Quel 18 maggio indicato dal governo come data di riapertura dei negozi, ma soprattutto il primo giugno assegnato a bar, ristoranti e parrucchieri, fa imbufalire le categorie. E così c’è chi ha consegnato le chiavi ai sindaci, chi accenderà candele davanti ai negozi, chi si è incatenato alle saracinesche, chi ha sostituito provocatoriamente i clienti con dei manichini e chi vuole rivolgersi al Quirinale
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