Cosa significa oggi – in un momento più che mai incerto -parlare di futuro al mondo dell’impresa? La seconda edizione del festival Maps for Future, promosso da Niuko Innovation & Knowledge, società di formazione di Confindustria Vicenza, dal 23 al 26 settembre stimola la riflessione su quattro grandi temi che attraversano il mondo dell’impresa: un viaggio che continuerà da ottobre a giugno con un percorso di nove tappe mensili. Se la collocazione di date, fine settembre, è la stessa dello scorso anno, nuovi sono il format e i linguaggi: i quattro eventi in programma sono tutti in modalità online, progettati con una regia dedicata per rendere l’esperienza digitale più coinvolgente e al tempo stesso consentire l’interazione. Se nella prima parte di ogni appuntamento si alterneranno con un ritmo serrato testimonianze e casi aziendali, la seconda parte è dedicata a una lab room guidata da un esperto per approfondire gli stimoli emersi, affidati poi alla sintesi di una voce autorevole nell’intervento conclusivo. Gli eventi sono gratuiti con registrazione online obbligatoria su www.mapsforfuture.it
«E’ passato solo un anno dalla prima edizione – spiega Marina Pezzoli, ad di Niuko – ma sono cambiati i linguaggi e le domande che arrivano dalle aziende. Oggi gli scenari sono molto meno nitidi ma anche molto più aperti, con tutti i rischi e anche le opportunità che ne conseguono: la sfida è quella di mantenere la visione su un orizzonte di lungo periodo parlando però dei problemi concreti di oggi, del qui ed ora e di tutti i cambiamenti con cui già oggi facciamo i conti e che spesso sono difficili da decifrare».
Come ripensare in tempi brevi i modelli di business e organizzativi per rispondere al cambiamento della domanda? Come costruire la capacità di fare innovazione in modo sostenibile, resiliente, connettivo? Come sta cambiando il ruolo dell’hr in azienda e quali sono le innovazioni che il digital sta introducendo nel recruiting, nella formazione, nelle modalità organizzative? In che modo i modelli scolastici, fin dalla primaria, possono favorire lo sviluppo di soft skill sempre più preziose per il mondo del lavoro?
Questi gli interrogativi al centro dei quattro appuntamenti, accompagnati quest’anno ciascuno all’immagine di un’opera gentilmente concessa dall’architetto, artista e designer francese residente a Tokyo Emmanuelle Moureaux.
Se l’appuntamento di apertura, mercoledì 23 settembre, è dedicato alla presentazione di esperienze di aziende che hanno saputo ripensare i loro modelli di business e i loro modelli organizzativi, cogliendo per tempo le opportunità e le sfide insite nei cambiamenti accelerati con cui facciamo i conti (Analisi), nella seconda giornata, giovedì 24 settembre, il tema al centro della riflessione sarà il “digital hr”, con la presentazione di casi ed esperienze concrete come quella di Generali Italia, che per il recruiting ha introdotto un nuovo approccio digitale per riuscire ad ingaggiare i giovani parlando la loro stessa lingua, introducendo processi e strumenti digitali nelle diverse fasi di interazione con loro: dalla fase di attraction, al processo di selezione fino al momento di onboarding in azienda. «Le opportunità del digital – spiega Marina Collautti, head of employer branding Generali Italia – sono molteplici: da un lato ingaggiare i giovani fin dal momento del primo contatto, consentendo loro di interagire da multidevice, coinvolgendoli in contest e sfide digitali per dimostrare le loro competenze. Dall’altro efficientare i processi, andando ad abbattere tempi e distanze. Pensiamo alle interviste da remoto o in differita o a strumenti di gamification snelli e stimolanti che per i giovani rappresentano un metodo fresco, interattivo ma allo stesso tempo strutturato, in cui si integrano logiche di gioco e di selezione. Sono approcci nuovi in cui, diversamente dal passato, il candidato viene posto al centro, reso così soggetto attivo nel processo di selezione e non più mero oggetto di valutazione».
Venerdì 25 settembre il tema al centro della riflessione sarà quello dell’innovazione aziendale, con casi ed esempi di innovazione resiliente, sostenibile, coinvolgente e “connettiva”. Fra le testimonianze, quella di Spinlife, spinoff dell’Università di Padova che ha realizzato per un noto marchio di gelati un progetto di eco-innovazione sostenibile, tenendo insieme la riduzione dell’impatto ambientale e la redditività dell’azienda.
Infine, sabato 26 settembre, il tema forse più sfidante: in che modo la scuola può favorire lo sviluppo delle soft skill per il mondo del lavoro, fin dalla primaria? Quali indicazioni e opportunità arrivano dai modelli alternativi rispetto al quello della didattica tradizionale? «Questo momento di trasformazione “obbligata” – spiega Leonardo Frontani, economista e formatore, moderatore dell’evento – è l’ennesima occasione persa. Si sta parlando solo di misure di sicurezza senza chiedersi come innovare i modelli. La scuola è sempre stata lo strumento per preparare le nuove generazioni al futuro, ma l’unica cosa che sappiamo oggi è che il nostro futuro è sconvolgente, con l’accelerazione impressa dalle tecnologie è impossibile fare previsioni. Vogliamo continuare ad affrontare tutto questo con una scuola il cui modello, che risponde a una logica efficientista, è stato creato per far fronte alle esigenze della rivoluzione industriale a fine Ottocento? Innovare significa prendersi dei rischi, ma non si può più pensare di prepararsi al futuro con una scuola pensata per il ventesimo secolo…»