A Rovigo la locale associazione degli imprenditori scende in campo convinta di aprire un fronte «che farà scuola in Italia: la destinazione dei fondi che arriveranno come compensazione al territorio per ospitare un’infrastruttura di interesse nazionale, ovvero il rigassificatore offshore più grande del mondo, che verrà affondato al largo delle coste della provincia». Gli industriali polesani vogliono che i 12 milioni di euro che Adriatic Lng, titolare del progetto, erogherà quale indennizzo al territorio, siano destinati «alle famiglie con redditi bassi sotto forma di sconti nelle bollette del gas». Si eviterà così che vadano a «vari enti locali» altresì definiti come enti inutili. «Solo così sarà possibile convincere altre comunità circa l’opportunità di ospitare impianti di pubblica utilità la cui presenza non è bene accetta nei territori di insediamento».
La legge prevede, da oltre un secolo, un indennizzo per i proprietari di quei beni immobili che abbiano a perdere di valore per effetto della realizzazione di un’opera pubblica. Si tratta di una legge assai poco applicata. È nell’esperienza di tutti i giorni che una nuova discarica con il carico di miasmi e di olezzi che porta con sé valga a svalutare il valore delle case circostanti e che da ciò derivi la ovvia opposizione dei proprietari alla realizzazione dell’impianto. Il fatto è che il disagio che molte opere di pubblica utilità portano non colpisce solo il valore dei beni che si trovano a esse vicini, ma colpiscono la qualità della vita di tutti coloro che abitano nei pressi, proprietari e non proprietari. Molte opere di pubblica utilità sono sospettate di portare subdole e nascoste conseguenze che, proprio perché funzionali al pubblico interesse, vengono taciute facendo pagare solo ad alcuni un conto che dovrebbero pagare tutti. Accade così che il più moderno dei termovalorizzatori sia sospettato di produrre diossina e che non vi sia Arpa sufficientemente credibile da produrre analisi in grado di tranquillizzare tutti.
Credono davvero gli industriali polesani che dando l’energia elettrica gratis alle famiglie povere di Castelmassa si potrà ottenere il consenso per costruire un termovalorizzatore ad Adria? Credono davvero che la svalutazione delle case vicine a un termovalorizzatore che deriva dal maggior traffico e da quell’ansia sottile che viene dal dubbio che tutto quel fumo che esce tanto bene poi non faccia, si possa accettare pensando che altri cittadini della stessa provincia che vivono a cinquanta chilometri e più di distanza avranno l’energia elettrica gratis?
Il problema di agevolare la realizzazione delle opere di pubblica utilità riducendo l’opposizione locale è un grande e attuale problema italiano che si risolve indennizzando davvero coloro i quali – poveri o ricchi poco importa – subiscono un pregiudizio dalla realizzazione dell’impianto. Il pregiudizio indennizzato non dovrà riguardare soltanto il valore delle proprietà, ma anche la qualità della vita. Soprattutto, dovranno essere date certezze non solo in materia di progettazione ma soprattutto di corretta gestione, consentendo controlli gestiti dalle potenziali vittime della cattiva gestione e ponendo i costi a carico della gestione dell’impianto.
Problemi a cui non rispondono certo gli industriali polesani con la loro proposta che voglio credere non farà scuola né in Italia né a Rovigo. Nel voler privilegiare le famiglie povere della provincia, non in quanto tali ma solo quelle che consumano gas (le altre, quelle che si scaldano in altro modo, si arrangino!), vi è – così pare a me – un approccio che divide le classi sociali e che non indennizza coloro i quali un danno – se davvero esiste – lo hanno in effetti subito. Nel voler escludere gli enti locali (che avranno tanti difetti ma hanno il grande pregio di avere organi eletti a suffragio universale) vi è il continuo tentativo di delegittimare la politica in quanto tale, nel mentre non vi è grande opera che potrà essere realizzata se non con la collaborazione degli enti locali che vanno aiutati a funzionare meglio e non demonizzati. Per il resto, non ci resta che sperare che il rigassificatore entri presto in funzione, nonostante il supporto all’iniziativa degli industriali di Rovigo