Si chiamano mescole, un termine cui forse siamo poco avvezzi. Eppure questo insieme di polimeri, additivi e sostanze chimiche ci circondano. Chi segue, per esempio, la Formula 1 ne avrà sentito parlare in relazione agli pneumatici utilizzati da bolidi che sfrecciano anche all’Autodromo di Monza. Ma le mescole si trovano anche ovunque ci siano cavi elettrici: come isolamenti, guaine e riempitivi.
È in quest’ultimo settore che si muove Mixer di Bagnacavallo, nel ravennate. Nata nel 1996, quando Bruno Galanti ha acquisito uno stabilimento in disuso nella frazione di Villa Prati, la sua capacità produttiva media è arrivata a 20 mila tonnellate all’anno. Le applicazioni dei cavi elettrici cui sono destinate le sue mescole sono anche i più disparati: c’è l’automotive, per esempio, ma anche “il mondo dell’energia eolica, che è il settore più nuovo e interessante”.
A parlare è l’amministratore delegato di Mixer, Andrea Galanti, che non ha dubbi sui tratti distintivi della sua azienda rispetto ai competitor: “Home made design e customizzazione”. Per garantirli l’impresa ravennate ha progettato internamente (e già da tempo) macchinari, software e formulazioni: “E continuiamo a investire sull’R&D – aggiunge l’ad –: ogni anno l’1% del nostro fatturato è destinato a questa voce”.
Questa pulsione ad anticipare le necessità del settore ha portato l’azienda a risultati di tutto rilievo. Dal 2016 al 2022, infatti, i ricavi sono quasi raddoppiati, passando da 20 mln a 38 mln. La stessa accelerazione è stata sperimentata anche dall’Ebitda nel triennio 2020-2022, salito da 2,6 mln a 5,3 mln. E due anni fa l’utile netto è stato di 3,3 mln. Il 2023 ha visto (ancora) un incremento del fatturato, che si è portato attorno ai 40 mln, mentre la marginalità è scesa a 4 mln “a causa dell’aumento dei costi energetici e della volatilità dei prezzi delle materie prime, pesati per quasi un milione di euro”.
I ricavi sono dati per più del 50% dall’export, diretto in quattro continenti e in oltre 30 Paesi del mondo. “Prima dello scoppio della guerra – spiega l’ad – esportavamo e avevamo un buon trend di crescita in Russia. Oggi ci sono invece alcune nazioni europee come Spagna, Polonia e Germania, ma anche Stati extra-Ue come Cina ed Emirati Arabi Uniti”.
Perché oltre alla customizzazione, negli ‘ingredienti’ della crescita di Mixer c’è infatti anche l’internazionalizzazione, “un percorso iniziato nel 2007, quando eravamo un’azienda artigianale che vendeva per il 98% nel mercato domestico”. Tutto ciò è avvenuto senza però dimenticare il proprio territorio: Mixer sponsorizza infatti la squadra di pallavolo locale, ha contribuito al rifacimento del palazzetto dello sport ed eroga borse di studio a un Itis della zona. “Siamo attivi su questo territorio, ne utilizziamo le infrastrutture, occupiamo spazio, creiamo traffico, rumore e, anche se ci riteniamo abbastanza bravi, inquinamento. È giusto – dice Galanti – che qualcosa di quello che prendiamo venga restituito al territorio”.
“In più – aggiunge –, un’azienda come la nostra, situata così fuori mano rispetto alla mobilità pubblica, non può vivere senza la manodopera locale che deve conoscerci e ritenerci un’opportunità lavorativa interessante”. Anche perché un tema caldo e trasversale a diversi settori è quello della difficoltà nel trovare risorse specializzate: “E anche la formazione è sempre più difficile da fare; quindi, abbiamo intrapreso la strada di spostare sempre di più l’aspetto cognitivo del processo nella macchina”, osserva l’ad.
C’è poi un altro aspetto che l’amministratore delegato di Mixer sottolinea: la digitalizzazione, che porta l’azienda ad avere “un’infrastruttura in continua evoluzione”. Acquisizioni? Galanti frena: “Abbiamo tentato: a volte i motivi erano tecnologici, per evitare di doverci costruire sempre tutto da zero, altre di mercato, in aree dove i costi di spedizione o la diffidenza verso fornitori stranieri rendono le azioni commerciali difficoltose. Ma siamo ancora troppo piccoli per riuscirci: non abbiamo ancora implementato una struttura per gestire un’eventuale azienda acquisita”.
Intanto il 2024 si è aperto con buone prospettive: “Stiamo mantenendo la rotta disegnata nel budget di quest’anno con prospettive molto interessanti per l’espansione del parco clienti e del portafoglio prodotti”, afferma l’ad Galanti. E da qualche settimana è partita anche una nuova linea produttiva: “L’abbiamo inaugurata a metà maggio – dice –: si tratta di un prototipo di impianto completamente rivoluzionario per noi, ma pensiamo anche per il mercato”.
L’amministratore delegato parla anche di “un innovativo approccio al processo” in relazione a questa nuova linea produttiva. Innovazione, internazionalizzazione, customizzazione e digitalizzazione, quindi. Ma per l’ad Galanti un modello prestabilito per continuare a crescere non esiste: l’importante è non fermarsi mai, perché “se si smette di nuotare si affoga”.
Mixer è una delle 1.000 imprese Champions selezionate dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera. Per informazioni sulle imprese Champions clicca qui.