A valle il lago di Santa Croce, a monte i boschi del Cansiglio: l’Alpago è una terra incantevole, che sta progressivamente raggiungendo la dimensione turistica che merita, affrancandosi dal ruolo di mero punto di passaggio tra la pianura veneta e le più famose Dolomiti.
Da oltre un secolo Locanda San Lorenzo ne rappresenta un punto di riferimento, sia per i paesani che per i viandanti, per l’ospitalità e la buona cucina. Ancora oggi la locanda non tradisce il proprio nome: ci sono le camere, la sala con il camino adibita a osteria, il bancone per gli aperitivi. Ma il vero salto di qualità ha luogo nella sala del ristorante, dove va in scena la cucina di Renzo e Damiano Dal Farra, padre e figlio. Basata su una selezione attentissima della materia prima, proveniente soprattutto dal generoso territorio circostante, sotto il profilo tecnico è aperta a suggestioni cosmopolite.
Ecco allora comparire in menu la tartara di trota locale marinata, affumicata e accostata a gazpacho e wasabi e il risotto ostriche porcini e anguria marinata con salsa di finocchio e lemongrass, a fare da apripista alla sontuosa degustazione di Agnello d’Alpago: almeno sette preparazioni tra tagli nobili e quinto quarto, divise in due portate. Chiusura rinfrescante con “cocco, finocchio e liquirizia”. Servizio familiare, cortese ed efficiente. Grande cantina, costruita con passione e profonda cultura enologica. Si spendono 105 euro per il menu degustazione di otto portate, sui 90 scegliendo à la carte.