Cosa si attende il cliente che si avvicina a un locale che porta il nome di una famiglia protagonista della pasta fresca in Italia e in 58 Paesi del mondo? Naturalmente di trovare pasta.
E ovviamente c’è, anche se meno di quanto ci si possa attendere. Questo è un ristorante-ristorante, affidato a un cuoco, Giuseppe D’Aquino, che è partito da Napoli e vanta esperienze di alto rango. Presenta così un menu a tutto tondo, che va dalle tradizioni locali alle suggestioni orientali, dal risotto al pomodoro giallo all’anguilla kabayaki, dai maccheroncini seppia e piselli al rombo con broccolo fiolaro e salsa allo champagne. Insomma, questa dei Rana è “orgogliosamente cucina” come spiegano gli stessi protagonisti. Anzi, il locale è addirittura più di un ristorante, perché loro lo vedono come “un laboratorio di idee, uno spazio di creatività e sapore che non possono e non devono avere limiti”. Qui si è immersi nella natura e anche nella storia.
Poco lontano si trovano, infatti, i villaggi palafitticoli; tutt’attorno c’è la campagna non addomesticata, fonte di suggestioni e ispirazioni, e poi l’orto biologico, una valle che ospita uno specchio d’acqua ricco di fauna e flora particolari. Tre i menu degustazione: “Natura” (vegetariano), “Storia” (con i classici di D’Aquino) entrambi a 80 euro, infine, il “Giro del mondo” a 110, che è un diario di viaggio – come suggerisce il nome – delle esperienze del cuoco e della famiglia Rana. Il giro d’orizzonte è mondiale anche nella lista dei vini, che spazia dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Francia alla Nuova Zelanda. Alla carta, sugli 80 euro.