Non sono molti i locali, nell’Altopiano dei Sette Comuni, che possono vantare una secolare tradizione dell’accoglienza e un’offerta gastronomica a largo raggio come l’Hotel Europa. È Fabio Falsetti che sovrintende alle quattro proposte gastronomiche dei fratelli Mosele, proprietari e appassionati di “bien vivre”, organizzate sotto l’egida dell’Europa: il Ristorante St. Hubertus, la Stube Gourmet, lo Chalet Europa e l’Osteria. Il padre storico di tutte le battaglie gastronomiche è il St. Hubertus che ha accolto da sempre gli ospiti dell’albergo e i viandanti golosi attirati da un piatto d’antan come il mitico tortino di sfoglia croccante ai porcini. La cucina della Stube è ora affidata a Guglielmo Baron, trentatreenne originario di Solagna, cuoco con esperienze di alto livello, dall’Alto Adige a Copenaghen. E la sua mano si sente nei piatti che utilizzano sì ingredienti dell’altopiano ma non solo, perché può capitare di trovare nel menu anche un astice blu all’essenza del pino mugo. Con una bella passeggiata si arriva allo Chalet Europa, un’elegante struttura in legno, posta su un’alta costa che domina l’altopiano, con tre motivi d’appeal: il panorama, il relax e l’ottima cucina.
Tutto in un luogo incantevole a due chilometri dal Forte Interrotto e a tre chilometri dal Duomo di Asiago. E, poi, ecco l’Osteria che ha trovato un nuovo slancio con l’arrivo ai fornelli di Marco Incognito Fiasconello dotato di una forte passione per la cucina ereditata in famiglia e affinata prima a Milano, in ristoranti come La Risacca, il Boeucc e Sadler, e poi in Spagna al Mandarin Oriental di Madrid e al Caelis di Barcellona passando anche da Parigi e Londra. Tra i suoi piatti emblematici che riassumano il suo cammino ecco l’uovo 72°, crema di topinambur, crumble al dragoncello e tartufo; i saporiti tagliolini con sarde, carciofi, bottarga prima del sontuoso coniglio alla cacciatora con polenta. Si finisce in dolcezza con il babà al rum con crema chantilly. Servizio attendo e cantina molto ricca. Circa 65 euro.