Sono principalmente tre i grandi temi su cui si concentra il programma “Next Generation EU” dal quale deriverà il grosso delle risorse economiche in arrivo nel nostro Paese nei prossimi anni. Si tratta di “green” (una parola che racchiude in sé i concetti di ecologia, sostenibilità ed economia circolare), di digitale (sia dal punto di vista delle infrastrutture che degli investimenti in formazione e dotazione di strumenti) e di coesione sociale.
Sono temi molto ampi ma che danno il senso della direzione virtuosa che l’Italia dovrà prendere, impiegando le risorse in pochi anni, finalmente senza gli intralci burocratici ed i ritardi del passato.
Si tratta infatti di soldi che non dovranno essere utilizzati per la spesa corrente come, ad esempio, per ristori o cassa integrazione, ma piuttosto per rendere più adeguati ed attrattivi i territori dai punti di vista precedentemente indicati, come ad esempio reti di “banda larga” e infrastrutture ferroviarie.
Ma vediamo nel dettaglio come, nei prossimi sette anni, le risorse dell’Unione Europea saranno destinate al raggiungimento di obiettivi strategici di sviluppo socio economico, tecnologico e ambientale. Tutti di grande rilevanza per il rilancio del sistema Italia. In primis un’Europa più verde e priva di emissioni di carbonio grazie all’attuazione dell’accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici. Gli obiettivi continentali al 2030 sono infatti pari ad un meno 40% delle emissioni di gas a effetto serra e ad una quota almeno pari al 32% di energia rinnovabile. Quindi un’Europa più “intelligente” mediante l’innovazione, la digitalizzazione, la trasformazione economica e il sostegno alle piccole e medie imprese. Poi un’Europa più sociale, che raggiunga risultati concreti riguardo al pilastro europeo dei diritti sociali e sostenga l’occupazione di qualità, l’istruzione, le competenze professionali, l’inclusione sociale e un equo accesso alla sanità. E ancora, un’Europa più connessa, dotata di reti di trasporto e digitali strategiche. Infine un’Europa più vicina ai cittadini mediante il sostegno alle strategie di sviluppo gestite a livello locale e allo sviluppo intelligente, connesso, vicino ai cittadini e sociale.
Per quanto riguarda più nello specifico le richieste rivolte dall’Europa al nostro Paese sono da elencare sicuramente la lotta alla burocrazia e all’evasione fiscale (quantificata in 110 miliardi annui) da una parte ed il sostegno a istruzione, formazione professionale, mobilità sostenibile ed energie rinnovabili dall’altra.
Per il futuro di tutti la sfida ambientale è quella probabilmente più importante, che comporta proteggere la vita delle prossime generazioni attraverso la riduzione dell’inquinamento. Saranno quindi necessarie imprese leader di tecnologie e prodotti puliti, la creazione di posti di lavoro «verdi» e di un’economia a bassa emissione di carbonio. Per ottenerlo serviranno: una maggiore efficienza energetica degli edifici, la cattura e stoccaggio del carbonio, la generazione innovativa di energia rinnovabile, la decarbonizzazione del settore energetico e infine un trasporto privato e pubblico più pulito, economico e sano.