Nell’organizzare il convegno dedicato alle risorse economiche europee abbiamo voluto dare innanzitutto il senso di una opportunità irrinunciabile per il nostro Paese, di una sfida da preparare adeguatamente e non lasciar cadere in nessun modo, pena una inarrestabile decadenza economica, sociale e culturale.
Pur a fronte di significativi casi virtuosi, troppe volte in passato l’Italia ha dato la sensazione alle istituzioni europee di pensare più ad arraffare risorse purchessia, più che a dare vita ad una seria programmazione che andasse a portare sostegno e sviluppo laddove fosse davvero necessario. Troppe volte ad una programmazione improvvisata si è accompagnata una progettualità inadeguata e lontana da solidi criteri di sostenibilità ed efficienza. Non è un caso che in Europa siamo tra i Paesi che più ricevono, ma meno spendono, data l’incapacità di “mettere a terra” quanto ottenuto, e spesso quanto speso non è propriamente di valore. Last but not least, ad una debole programmazione e a progetti non sempre accurati e sostenibili si accompagna una scarsissima attenzione al project management. Il risultato è che ogni volta che la palla esce dal campo, ed esce anche alle migliori squadre, nessuno va a prenderla in tribuna: i progetti raddoppiano o triplicano i tempi medi europei, lievitano i costi e spesso si degrada anche la qualità del risultato finale.
In questo senso abbiamo voluto fornire un inquadramento delle risorse Comunitarie nel ciclo di programmazione 2021-2027 e delle opportunità che comportano per i nostri territori, anche per stimolare una riflessione sul ruolo che le Fondazioni potrebbero svolgere, supportando la identificazione e la caratterizzazione di progetti rilevanti e sostenibili, una spesa di qualità e celere di queste risorse. Abbiamo poi cercato di dare concretezza alle nostre valutazioni e analisi presentando esperienze e competenze maturate da Sinloc e come queste potrebbero essere messe a servizio di questa importante sfida.
L’Europa si aspetta da noi che i progetti presentati per ricevere i fondi necessari siano sostenibili dal punto di vista economico-finanziario e procedurale. Affinché queste risorse – consentite la metafora -diventino “carburante” effettivamente fruibile e accessibile nei distributori nazionali a cui possano rifornirsi i progetti, serviranno rilevanza, sostenibilità, metodo, tempestività e partnership.
Purtroppo molti Enti Locali hanno strutturalmente un gap, ampliatosi nel tempo, di competenze di progettazione e di analisi di sostenibilità, ma anche di project e program management e di capacità realizzativa.
Per questo il ruolo delle Fondazioni, data la loro conoscenza dei territori in cui operano, con indipendenza e terzietà, potrebbe rivelarsi decisivo per fungere da “accendino”, da cui far scoccare la scintilla della coesione operativa e del coordinamento necessario a progettare, realizzare e gestire un’opera infrastrutturale, economica o sociale che sia.
In un Paese come l’Italia gli interventi sulle infrastrutture economiche e sociali locali sono strategici non meno delle cosiddette grandi opere.
Dagli oltre 500 progetti sviluppati in questi anni da Sinloc ho tratto l’importante insegnamento che non solo sono fondamentali progetti ben strutturati e sostenibili, ma che poi serve una grande competenza e capacità in termini di project management. Infatti, manca spesso una regia competente, autorevole e soprattutto sempre presente che assicuri che il progetto finanziato diventi una realizzazione concreta in tempi certi. E’ questa la missione di Sinloc, il cui nome, lo ricordo, nasce dall’acronimo di Sistema Iniziative Locali.