Una “pastorale industriale” che racconta la crisi e le trasformazioni di un mondo di giovani e adulti di fronte a un’epoca che sembrava saper solo togliere.
Un mattino di gennaio del 1980 Michele, otto anni, dalle finestre di casa a Mestre vede sparare a Sergio Gori, vicedirettore del Petrolchimico, e disegna su un quaderno quella scena. A distanza di 40 anni Michele vorrebbe rispondere a sua figlia adolescente che gli chiede che cosa furono quegli anni. Ma la sua mente si rifiuta e la memoria è come scomparsa. Chiede aiuto a un giornalista che ripercorre per lui quegli anni, ascoltando anche le voci dei parenti delle vittime, alcuni dei quali non avevano mai parlato prima. Riappare un mondo in parte svanito, complicato, difficile. E le vicende – che la cronaca aveva allora narrato – si impastano con l’intricata storia della città e dell’Italia, faticando sempre a diventare memoria condivisa.
Quarant’anni dopo che cosa resta della scia di sangue e di strage seminata dal terrorismo in Veneto? Perché sono stati uccisi Sergio Gori, assassinato sotto casa il 28 gennaio 1980, e il direttore della Montefibre di Marghera, Giuseppe Taliercio, ucciso il 5 luglio del 1981 dopo 47 giorni di sequestro angosciante? Perché, insieme a loro, le Brigate Rosse hanno ucciso il poliziotto Alfredo Albanese, apprezzato vicecapo della Digos?
Come è possibile che una ventina di brigatisti e circa 200 fiancheggiatori abbiano tenuto il Veneto e l’Italia sotto scacco per un intero decennio? A queste domande risponde il giornalista Adriano Favaro, con il suo libro “Cronache di piombo. Il terrorismo nel Veneto raccontato dai testimoni di oggi” che verrà presentato domani, 21 maggio, in Libreria Italypost.
L’incontro fa parte del ciclo “i sabato della storia”. L’evento si terrà dalle 11 alle 12 in Libreria ItalyPost (Viale Codalunga, 4L, Padova). Condurrà Andrea Colacicco, collaboratore di VeneziePost. L’accesso è gratuito, ma è richiesta la prenotazione del proprio posto al seguente link.