"Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7 e nel 2024 sarà sotto l’1% per poi passare all’1% nel 2025". A dichiararlo è il Governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta alla riunione del comitato esecutivo di Abi. "L'inflazione è tornata stabilmente sotto il 2% e rimarrà sotto questa soglia nel prossimo triennio. Prevediamo qualche ripresa dei salari"
Nei primi sei mesi del 2023 per la banca si è protratto il rallentamento della crescita economica, avviatosi già nel 2022. Secondo l’indagine congiunturale presentata in data odierna, l'indicatore trimestrale dell'economia regionale è salito dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del ‘22, in linea con l'andamento del Pil italiano. I piani di investimento per il 2024 restano improntati alla cautela
La Banca d'Italia nel Bollettino economico trimestrale taglia nettamente le previsioni per quest'anno e il prossimo rispetto alle valutazioni dello scorso luglio. Si stima che il Pil crescerà dello 0,8% nel 2024 per riportarsi all'1% nel 2025. Il taglio netto è provocato dall’inatteso risultato negativo del secondo trimestre che impatta per trascinamento anche sul 2024
Stando ai dati elaborati dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani sono le regioni più povere a soffrire di tassi più elevati. Maglia nera il Molise (6,25%). Sei regioni hanno tassi inferiori al 5%, tra cui il Friuli-Venezia Giulia (4,5%). Dieci invece si collocano tra il 5% e il 6%. Tra queste il Veneto, con un tasso di interesse medio del 5,33% e il Trentino-Alto Adige (5,09%)
Lo scorso anno la produzione industriale in regione è diminuita, ma il settore delle costruzioni (+10,5%) e dei servizi (+5,2%) hanno compensato la flessione. Le esportazioni nel settore della cantieristica sono aumentate del 21,3%. Le imprese hanno mantenuto la redditività grazie all'autofinanziamento e all'utilizzo della liquidità accumulata. L'occupazione è cresciuta del 2%
I dati raccolti dall’indagine Invid della Banca d’Italia hanno segnalato una crescita delle imprese inferiore nel 2022 rispetto all'anno precedente. I fatturati delle imprese sono aumentati di meno del 2% in termini reali. Tuttavia, si prevede un moderato aumento dei fatturati reali delle imprese industriali nel 2023, e il settore delle costruzioni beneficerà del Pnrr
E' un quadro tutto sommato ancora roseo quello tracciato dalla Banca d'Italia, con i dati positivi che comprendono anche il ritorno del turismo veneto (+68% di presenze sulla prima metà del 2021) a poca distanza dai livelli pre-pandemici. Ma il caro-energia non potrà essere per sempre bilanciato dall'aumento dei prezzi al consumo e, per le aziende, il 2023 porterà a un rallentamento degli investimenti, anche per via del calo della liquidità
Secondo le stime di Banca d’Italia nel 2022 la crescita del Pil si attesterà al 3,5%, dimezzata rispetto al +7,5% registrato nel 2021. Mentre per Assolombarda l'anno si chiuderà con Pil a +3,9%. Reggerà poi il 2023, pur con stime al ribasso (+0,3%). Conferma anche Gobbi, direttore della sede di Milano di Banca d'Italia, secondo cui “si rischia un ribasso, ma la nostra lettura rimane equilibrata”
A preoccupare Palazzo Koch è principalmente l'inflazione, nonostante un 2021 chiuso dal Veneto con un +7,6% del Pil, un +16,6% della produzione e una significativa crescita dell'export. Anche perché a crescere è stato il tasso di indebitamento dei cittadini. Che, sommato agli aumenti di prezzo di energia, trasporti e generi alimentari, rischia di contrarre ulteriormente consumi già ora in calo
Nel corso del 2021 l'attività economica nelle province autonome di Trento e di Bolzano ha segnato un rilevante recupero, ma il Pil reale resta ancora a -3,2% sul 2019 in Trentino e a -4,3% in Alto Adige. Il turismo è il settore rimasto più indietro: il calo delle presenze è stato pari al 34,1% in Trentino e al 28,3% in Alto Adige rispetto al pre pandemia. Crescono però i prestiti alle Pmi e la spesa pubblica
Il mercato è drogato dal superbonus e sono diversi gli aspetti problematici della misura: dalle truffe, agli aumenti dei prezzi, alla nascita di nuove imprese improvvisate. La prospettata introduzione del divieto di cessione dei crediti a più di un soggetto è arrivato addirittura a mettere a rischio la sopravvivenza di alcune imprese, e ci si chiede come possa evolvere il mercato nel lungo periodo
Bankitalia certifica un risveglio generalizzato, con picchi nell’edilizia e nel manifatturiero. Ma la performance resta inferiore rispetto ad altre regioni del Nord. L’occupazione torna vicina ai livelli pre-pandemici solo nel terzo trimestre. L’80% delle aziende conta di chiudere l’anno in forte crescita ed è pronto a investimenti nel 2022. Le incognite? Materie prime, approvvigionamenti scarsi, recrudescenza dei contagi
Ad affermarlo è l'aggiornamento congiunturale delle filiali locali di Banca d'Italia. A trainare l'impresa sono in particolar modo l'edilizia e i servizi. Bene anche l'export che in alcuni casi ha superato il periodo pre-Covid; in negativo solo l'occupazione. "Imprese più fiduciose e più disposte a investire, mentre l'anno precedente era caratterizzato da maggior cautela"
Il rapporto annuale di via Nazionale (o meglio, corso Cavour) evidenzia, pur in un contesto con il segno meno, una contrazione regionale nel complesso in linea col dato nazionale e meno pesante per aspetti quali l'export e la produzione industriale. Ciarrocchi (Confindustria Alto Adriatico): "Ora la zona logistica semplificata"
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