Il gruppo dolciario veronese presenta la nuova linea di prodotti premium per il brand controllato Motta firmata dallo chef stellato. L'azienda punta a 1 mld di fatturato entro il 2030. La presentazione della nuova collezione nella cornice di Palazzo Clerici a Milano segna l’inizio di un piano di rilancio da 82 mln
Il gruppo veronese del settore dolciario ha nominata Franzone come nuovo Chief Operating Officer (COO). Tra gli obiettivi, il potenziamento dell'intero processo produttivo del gruppo, dal planning alla logistica e distribuzione. Il ceo Di Giammarco: "La sua esperienza sarà nel perseguire la nostra strategia di crescita e innovazione"
Per la storica azienda dolciaria di Verona, il capitale impiegato nel corso dell’esercizio 2021\2022 è risultato pari a 252,2 mln (+23,3 mln sul ‘21). Il Patrimonio netto è pari a 154 mln (+7 mln) e la Pfn di quasi 100 mln (+ 16,5 mln). L’azione combinata di contenimento dei costi e aumento dei prezzi di alcuni prodotti ha solo parzialmente coperto il rincaro delle materie prime, portando l’utile a calare di 10 mln
Per effetto degli aumenti di volumi e dei rincari delle materie prime, il gruppo dolciario veronese chiuderà l’anno fiscale giugno 2021-giugno 2022 in crescita, dopo un trend negativo negli ultimi tre esercizi. A trainare l’incremento, i mercati asiatici e soprattutto l’India che ha realizzato una crescita stimata del 30%. Il presidente Michele Bauli: “Valutiamo aggiustamenti dei prezzi a Natale a causa della volatilità delle materie prime”
Il gruppo di Castel d’Azzano chiude l’anno fiscale 2020/2021 in linea con gli analoghi periodi pre-pandemia: manca la ripartenza della crescita ma evita tracolli simili a quelli dei “cugini” Melegatti e Paluani. Bene soprattutto la campagna pasquale. Investiti 40 mln nei siti produttivi. Il presidente: “Segnali incoraggianti mentre ci prepariamo a celebrare il nostro centenario”
Dopo Melegatti, salvata dalla famiglia Spezzapria ma ancora produttrice di perdite milionarie; è il turno di Paluani: chiesto e ottenuto il concordato preventivo. Ma in generale sembra essere l'intero distretto dei pandori scaligeri (Bauli compresa) a non essere in grado di reggere i cambiamento del mercato e la concorrenza di competitor più dinamici e capaci di produrre utili. Come nel caso di Balocco
Il tanto retorico quanto enfatico salvataggio di Melegatti non ha prodotto i risultati annunciati. L’azienda acquisita da un ricco industriale vicentino produce nell'anno del covid perdite per 6,4 milioni. E la diversificazione annunciata ieri non garantisce affatto una ripresa. Ma a preoccupare è anche Paluani i cui numeri indicano la necessità di un rapido cambio di rotta
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