Il lavoro cresce sia in termini congiunturali (+0,5%) che tendenziali (+1,4%), trainato dal tempo indeterminato (+0,9%) e dagli indipendenti (+0,7%). Il tasso di occupazione si attesta al 62,2% (+0,2%), quello di disoccupazione scende dello 0,3%. Prosegue la crescita dei dipendenti (+0,5%) e del costo del lavoro (+1,9%)
Dai dati dell'istituto, l'occupazione aumenta dello 0,4% rispetto a marzo 2024, con 84mila nuovi assunti e portando il totale dei lavoratori a 23,98 mln. Il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 3% (55mila unità), gli inattivi restano stabili al 33%. Rispetto ad aprile 2023, gli occupati sono cresciuti del 2,2% (516mila unità)
I dati Istat segnalano un aumento dell'occupazione rispetto a settembre 2023 (+27mila unità), che coinvolge uomini, donne e dipendenti permanenti, a eccezione della fascia 35-49 anni. In calo invece i dipendenti a termine e gli autonomi. A livello tendenziale, l'aumento è del 2% (+458mila unità). Cresce anche il tasso di disoccupazione giovanile (24,7%, +1,5% rispetto al mese precedente). Il ministro Urso: "Il tasso di occupazione al 61,8% segna il record storico per il nostro Paese"
Il 38/esimo Rapporto per il mercato del lavoro nel Trentino evidenzia una riduzione della disoccupazione. Gli occupati sono aumentati dello 0,3%, trainati soprattutto dalle donne (+1,1%), compensando una leggera flessione maschile (-0,5%). La disoccupazione è diminuita complessivamente del 6,6%, con un calo del 3,4% per gli uomini e del 9,1% per le donne
È quanto emerge dalle proiezioni di Banca d'Italia. L'incertezza condizionerà il Paese fino al 2024. È previsto un rallentamento degli investimenti, frutto del rialzo dei costi di finanziamento e della rigidità nell'accesso al credito. La crescita della spesa nelle costruzioni, merito del Pnrr, potrebbe ristagnare già dall'anno prossimo. Si stima però un lieve aumento dell'export
Nel dettaglio, l’occupazione aumenta su base congiunturale di 46mila unità. Sul confronto con settembre 2021 il dato cresce dell’1,4% (pari a +316mila unità). Il numero di persone in cerca di lavoro, poi, cresce su base congiunturale di 8mila unità, mentre cala dell’11,8% sul 2021 (pari a -266 mila unità). Infine, gli inattivi calano su base congiunturale di -86mila unità. Calo anche sul 2021 del 2,6% (-344 mila unità)
Nel dettaglio, l’occupazione cala su base congiunturale dello 0,3%. Sul confronto con agosto 2021, tuttavia, il dato cresce dell’1,8% (pari a +406mila unità). Il numero di persone in cerca di lavoro, poi, diminuisce su base congiunturale dell’1,6% e del 14,1% su agosto 2021 (pari -319mila unità). Infine, gli inattivi aumentano su base congiunturale dello 0,7%, ma calano del 2,6% su base annua (pari a -344 mila unità)
Stando ai dati Istat, gli occupati aumentano dello 0,8% rispetto al primo trimestre 2022, “a seguito della crescita dei dipendenti a termine". Diminuiscono nello stesso periodo i disoccupati (-97mila, -4,6% in tre mesi) e gli inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni (-121mila, -0,9%). Preoccupano, invece, gli under-35: quasi 2,5 mln in meno rispetto al 2004, seppur in risalita sul secondo trimestre 2021 (+3,5%)
Rispetto a giugno 2022 l’occupazione diminuisce dello 0,1% ma resta sopra quota 23 mln. Tuttavia rispetto a luglio 2021 il dato aumenta del 2%. Cala anche la disoccupazione (circa 2 mln di unità totali), che registra un -1,6% rispetto a giugno. Il numero di inattivi cresce dello 0,4% rispetto allo scorso mese (+54mila unità). Cala del 3,3%, invece, su base tendenziale
Dopo un 2021 in cui l'occupazione era ancora rallentata dall'effetto delle restrizioni, finalmente il numero di persone attive sul lavoro nel trimestre supera il dato di inizio 2020. Lo mostra la ricerca dell'Ires su dati Istat, da cui risulta un Friuli-Venezia Giulia fuori dalle dinamiche della pandemia sul fronte del lavoro. In calo del 4,7% invece le aperture di partite Iva, con l'unica eccezione di Trieste (+10%)
Il progetto, con un budget di 1,8 mln fornito dalla Regione, è dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che non studiano e non lavorano. La media dei giovani “neet” nella regione è più bassa della media nazionale: si attesta al 12,5%, vicina alla media europea. L’obiettivo: mettere in contatto i giovani con le imprese del territorio e di offrire loro contesti di apprendimento diversificati
Un esercito silenzioso che non smette di crescere dagli anni '80, avulso da scuola, lavoro e formazione e, per questo, a forte rischio povertà. Al loro reinserimento è indirizzato il patto firmato ad hoc dalle amministrazioni reggiana e regionale, che puntano "sul digitale, l'ecologia e la condivisione di idee dal basso" per dare un futuro a chi, per mille motivi, non sta riuscendo crearselo da solo
Gli ultimi dati Istat: in Italia la disoccupazione cala al 9,2%, +500 mila posti di lavoro nei primi 9 mesi del '21. Ma ancora sotto ai livelli pre-pandemia, mentre il “tempo indeterminato” diventa una chimera. Sia nel Triveneto, sia in Emilia, sia in Lombardia soffrono le Pmi. Cresce il numero dei senza lavoro nella fascia 15-24 (29,8%, +1,8%). Il paradosso della manodopera qualificata carente: serve una svolta nella formazione
È quanto emerge dall'indagine del "Progetto Excelsior", il sistema informativo per l'occupazione e la formazione gestito da Unioncamere. I dati confermano il trend di contrazione. Proiettati sul trimestre giugno-agosto presentano una diminuzione ancora più accentuata (-9,9%). Registrano una previsione di perdita di 2.280 unità rispetto allo stesso periodo del 2019
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