Emerge da un'indagine condotta dall'Ufficio Studi di Confindustria Udine su un campione di imprese: nel primo trimestre del 2024, la produzione industriale segna un aumento del 2,9% rispetto al quarto trimestre 2023. Al calo tendenziale ha contribuito la decisa flessione delle vendite in Italia, -6,7%, mentre sono aumentate quelle all’estero, +1,1%
La quantità di CO2 nell’aria è aumentata del 30% in meno di due secoli e questo comporta il rialzo della temperatura di un grado e mezzo. Crescono in modo esponenziale fenomeni estremi mai osservati, in parte già irreversibili. E il tempo corre inesorabile. “Bisogna riorientare la forza d'urto dell’industria per garantire la transizione energetica verso energie rinnovabili”
La ricchezza prodotta ha registrato una frenata rispetto al +2,1% del 2022, per la debolezza del settore industriale locale, influenzato dalla frenata del commercio internazionale e dalla recessione in Germania. I servizi hanno registrato un +4,6% grazie alla ripresa del turismo. Tuttavia, nell'industria in senso stretto, si è verificata una contrazione del valore aggiunto del -2,9%
I dati Istat di settembre coinvolgono sia il mercato interno (+1,5%) che quello estero (+0,6%). Gli incrementi più significativi si registrano nei beni strumentali (+3,5%) e nell'energia (+6,9%), mentre beni intermedi (-0,2%) e beni di consumo (-0,9%) mostrano una lieve flessione. La destagionalizzazione prevede un rialzo nel settore manifatturiero a settembre (+0,9%)
I dati sono stati riportati nell'indagine “Analisi congiunturale del terzo trimestre 2023" realizzata dall’Unità Operativa di Studi e Statistica della Camera di Commercio del territorio lariano. Ridimensionato anche il settore terziario rispetto al periodo di aprile-giugno 2023 e agli stessi mesi dello scorso anno. Le aspettative per l'ultima parte dell'anno risentono dell'incertezza economica attuale
Segnali positivi registrati dal rapporto presentato dal curatore Stefano Ischia e dal segretario generale della CGIL del Trentino. Oltre 7 mld di fatturato nel 2022, con un aumento del 17,8% rispetto al 2021. Cresce anche l'occupazione e l'utile si attesta a 327 mln. Ma lo stesso segretario avvisa: "Altre regioni crescono di più. La rieletta coalizione di centrodestra non parla di industria nel proprio programma"
La diminuzione mensile è dovuta ad una flessione sul mercato interno (-0,6%) e ad un contemporaneo lieve aumento su quello estero (+0,1%). Il fatturato su base tendenziale riporta decrementi su entrambi i fronti (-5,7% a livello italiano e -3,8% sul mercato estero). Calo mensile del manifatturiero (-1,0%) e settori industriali altalenanti: ok i beni di consumo, male i beni intermedi
L'Osservatorio sull'economia regionale, presentato dal presidente della Cciaa Pordenone-Udine, Giovanni Da Pozzo, ha elaborato le stime per il Pil regionale nel 2023. In Fvg la crescita è in linea con quella italiana, +1,1%, trainato dal +2,1% del terziario. Da Pozzo dichiara: "Nel secondo trimestre risultano in crescita le imprese di quasi tutti i settori"
A luglio prosegue la fase di debolezza del fatturato dell’industria, che registra una flessione congiunturale e tendenziale (-1,6%). Lo riporta l'Istat. Calano le vendite sul mercato interno (-1,3% su base mensile). Sull'anno soffrono tutti i principali comparti, in particolare energia (-26,6%) e beni intermedi (-10,3%), ad eccezione dei beni strutturali (+13,3%) e dei beni di consumo (+3,7%)
L'aumento dei prezzi registra +6% tendenziale nel gennaio-maggio '23. La produzione industriale ha registrato una diminuzione del 3,2% nel periodo gennaio-maggio, andamento contrario a Francia (+1,5%), Germania (+0,9%) e Spagna (+0,9%). Il fatturato corretto per l'inflazione conferma il declino avviatosi nella seconda parte del 2022 (-2,9% nel periodo gennaio-aprile)
Ad aprile prosegue la fase di debolezza del fatturato dell’industria, che registra la seconda flessione congiunturale consecutiva. Lo riporta l'Istat. Calano le vendite sul mercato interno (-2,5%). Soffrono tutti i principali comparti, tranne l’energia (+1,9%). Anche rispetto all’anno passato il quadro è negativo, a causa del crollo dei beni intermedi (-11,4%)
A marzo l'Istat stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca su base mensile dello 0,3%. Il calo è frutto della flessione del mercato interno (-0,5%). Frenano quindi i beni di consumo (-0,3%) e i beni intermedi (-1,7%). Cresce invece il comparto manifatturiero (+0,4%). A livello tendenziale il volume del fatturato aumenta del 4,3%
Torna a crescere in termini congiunturali, al netto dei fattori stagionali, il fatturato dell’industria febbraio 2023. L'Istituto segnala inoltre un maggiore dinamismo della componente interna rispetto a quella estera. Tra i comparti in crescita ci sono l'energia (+14,7%), i beni intermedi (+1,6%) e i beni di consumo (+0,8%). In flessione invece l'utile dei beni strumentali (-1,1%)
Secondo le stime dell'Istat, ad ottobre i mercati interno ed estero risultano in calo rispetto a settembre (-1,1% e -0,3%). Per una dinamica negativa "diffusa a quasi tutti i settori, ad eccezione dei beni strumentali, in leggera risalita rispetto a settembre". Mentre su base annua si registrano rispettivamente incrementi dell'11,0% nel mercato interno e del 15,7% su quello estero. Aumenti marcati soprattutto per il settore dell'energia (+25,5%)
Secondo l’istituto di statistica, il settore industriale è in ripresa anche nel trimestre giugno-agosto 2022 (+2,6%) e cresce sia sul mercato interno (+2,7%) sia su quello estero (+2,4). Bene anche il settore manifatturiero, che ad agosto registra un fatturato in aumento del 2,9%. Per l’Istat, la crescita in termini congiunturali nel mese di agosto tocca “il livello più elevato dall’inizio della serie storica (gennaio 2000)”
Il Ministero dello Sviluppo economico investe sul rilancio dell’azienda attraverso il marchio Ceramica Dolomite. Questo garantirà il lavoro ai 400 dipendenti della sede di Belluno e farà pensare a nuove assunzioni. L’operazione vede il contributo degli imprenditori veneti di Banca Finint che porterà alla creazione di una nuova società partecipata in maggioranza
Resta positiva anche la dinamica degli ultimi tre mesi (marzo-maggio) sui tre mesi precedenti, con il livello della produzione che aumenta del 2,3%. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,4%), mentre diminuisce per l’energia (-3,9%), i beni di consumo (-0,7%) e i beni intermedi (-0,6%)
Nonostante i numeri dell'inizio 2022 siano ancora più che buoni, fatturato in crescita dell'11% e ordini in salita a +9,4%, gli industriali avvertono già un calo della fiducia e una crescente preoccupazione per il caro-produzione, l'inflazione e il clima internazionale. Testimoniati da un indice Pmi manifatturiero sceso, a maggio, da 54,5 a 51,9 e da investimenti in netto calo
Il vicepresidente della Camera di Commercio, pur dicendosi soddisfatto per i numeri positivi del primo trimestre, ha ammesso di "intravedere un quadro economico in preoccupante declino". Anche perché il +36,4% degli ordinativi del periodo gennaio-marzo, alla luce dei rincari, pare non sia destinato a trovare conferma nel prosieguo dell'anno
Nel primo trimestre del '22 rallenta la crescita dei livelli produttivi, registrando un +2,4% rispetto al trimestre precedente. Il confronto su base annua fa registrare una variazione tendenziale del +8,9%. Il sentiment degli imprenditori per i primi tre mesi del '22 risulta inaspettatamente positivo, nonostante gli scenari, grazie all’allungamento del portafoglio ordini
Confindustria stimava un calo del 2%, che nei fatti non si è realizzato. Il dato è coerente con quanto raccontato dalle imprese Champions sul palco del Città Impresa: "Situazione difficile, ma non drammatica". Il primo trimestre dell’anno si conclude con una flessione congiunturale dello 0,9%. In termini tendenziali, la dinamica resta positiva sia nel mese di marzo (+3,0% rispetto al 2021), sia nel complesso del primo trimestre (+1,3% rispetto ai primi tre mesi del 2021)
Con una nota emessa questa mattina il numero uno degli industriali si sfila dalla corsa a presidente della Lega calcio. Il motivo formale è “il precipitare degli eventi in Ucraina”. Ma sorge il dubbio che con il suo cambio di rotta Putin c’entri poco: per fonti interne si sarebbe reso conto di non avere l’appoggio necessario per l’elezione. Intanto non è scontato che Bonomi riesca a mantenere la sua autorevolezza con le Confindustrie locali
Il gruppo veneto, specializzato nella fornitura di soluzioni per l’automazione industriale e servizi per l’industria della plastica, con l’acquisizione di Ipeg (da 125 mln di dollari) diventa il numero uno sul mercato nordamericano. E punta a lavorare con le grandi corporation, come la Apple o la General Motors. Con “buone chance di riuscita” per l’ad Zuppichin, anche grazie alle nuove tecnologie sviluppate nell’ambito dell’economia circolare. Che in Europa rappresentano già il 20% delle vendite
Pur guardando con preoccupazione ai rincari dei beni energetici, delle materie prime e dei componenti, la produzione industriale lombarda nel quarto trimestre ha messo a segno un +2,3% congiunturale, chiudendo l’anno con un +15,6% sul 2020. A livello territoriale, nello stesso periodo, la produzione cresce a Milano del 2,2%, a Monza-Brianza del 2,4% e a Lodi dell'1,4%
Difficoltà sì, ma tanta fiducia, e c’è chi pensa addirittura ad investire: è questo il quadro che traccia del comparto birra artigianale Andrea Signorini, Consigliere supplente Unionbirrai – nonché titolare del vicentino (e pluripremiato) Birrificio Ofelia
Selezionate le aziende dai 5 mln di fatturato in su con rating equilibrato o ottimo, il 2019 chiuso in attivo e ebitda superiore al 3,27%. Nella provincia il comparto con fatturato aggregato maggiore è l’elettrico, con 41 imprese e un giro d’affari di 5,28 mld. A pagare le crisi sono state le medie imprese, mentre le grandi sono quelle che hanno retto meglio: in particolare DeLonghi ed Ecornaturasì
Alla sua prima uscita pubblica al “Premio 1000 Best Performer”, il nuovo presidente di Brembo espone i traguardi innovativi della società, non nascondendo altre grandi ambizioni. Sensify, il nuovo sistema frenante intelligente, che ha già dei clienti. Inspiration Lab nella Silicon Valley, laboratorio di innovazione e ricerca oltre ogni confine. E l’aspirazione di aprirne un altro in Cina. Non mancano, inoltre, critiche alla decisione Ue di cambiare in così poco tempo paradigma di produzione di auto
Con l’obiettivo di creare un punto di incontro fra industria e cultura, le aziende aprono le porte ai visitatori con Open Factory. In Italia fra i settori del turismo industriale domina l’enogastronomico che coinvolge il 55% dei cittadini. Ma l'happening in presenza e in digitale accende i riflettori su tutti i comparti del Made in Italy protagonisti della ripartenza economica
Con l’obiettivo di creare un punto di incontro fra industria e cultura, le eccellenze della filiera produttiva italiana aprono le proprie porte ai visitatori: dal tour nelle fabbriche ai musei e gli archivi d’impresa. Fra i diversi settori domina l’enogastronomico che coinvolge il 55% degli italiani, per incassi, nel 2020, pari a 354 mln. E ad accendere i riflettori su tutti i comparti industriali ci pensa “Open Factory”, l’evento dedicato alle imprese protagoniste della ripartenza
I dati dell'indagine sulla congiuntura economica del terzo trimestre pubblicati da Assindustria VenetoCentro confermano una crescita che prosegue, anche se in maniera meno marcata rispetto al secondo trimestre. A trainare sono in particolare le grandi imprese (più di 250 addetti), con il +16,5%. Destro e Zoppas mettono in guardia in particolare rispetto al rincarto delle materie prime
Il Presidente della Fondazione Adapt: “Molte le imprese che vogliono cogliere gli incentivi statali ed europei per la transizione ecologica. Ma attenzione: un’accelerazione in questa direzione potrebbe accentuare il problema del mismatch tra domanda di lavoratori e offerta di personale qualificato a trattare le ultime tecnologie green”
Le analisi evidenziano un generale miglioramento degli indicatori, sia sul versante domestico sia per l’export. Stabile l'occupazione. Ma non mancano i problemi, soprattutto la crescita dei costi delle materie prime e la mancanza di manodopera qualificata. Preoccupa anche la scarsa disponibilità di giovani formati
Nonostante un trend di ordini in crescita, la produzione delle aziende territoriali nel terzo trimestre 2021 resta su livelli stabili. Una frenata che rischia di compromettere la ripresa e costituisce un campanello d'allarme per la reattività del tessuto imprenditoriale lombardo. A performare peggio è il settore chimico-farmaceutico
Conoscere le migliori imprese del tessuto industriale italiano, in particolare delle 6 province più industrializzate: questo l’obiettivo del nuovo progetto del Centro Studi di ItalyPost. Si tratta perlopiù di piccole e medie imprese che hanno dimostrato negli anni stabilità, resilienza e solidità, anche nel difficile 2020
Il recupero dell’economia regionale è quasi a livelli pre-Covid. Cresce del 9,3% la produzione, meglio della media nazionale. Milano mette a segno un incremento del 7,7% in relazione alla òproduttività, mentre le la performance del capoluogo sui mercati esteri rimane negativa (-2,1%). Forte l’industria monzese con esportazioni a quota +9,2%
I segnali del secondo trimestre sono positivi, anche se l'eccezionale balzo di produzione anno su anno deriva anche dal crollo dell’aprile 2020. Il settore è ritornato un po' ovunque ai livelli del 2019: esultano gli industriali del Triveneto, lombardi ed emiliani. In provincia di Brescia il ricorso alla cassa Integrazione è diminuito del 58,5% su base tendenziale
Stante un boom dell'e-commerce e un rimbalzo del fatturato provinciale assimilabili fra le due province, è l'estero manifatturiero a segnare lo scarto: Modena nel primo trimestre 2021 segna un 2% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre Reggio, sullo sfondo di una media regionale del +2,7%, si ferma a -1,4%
Milano appare in netto declino, il Veneto - grazie alla flessibilità delle sue pmi e all’arrivo dell’Alta velocità - potrebbe riprendersi, l’Emilia è a un bivio tra diventare territorio leader a livello nazionale o rimanere “modello” locale. In pochi mesi la pandemia ha ribaltato linee di tendenza strutturate. Ma in tutte e tre le regioni mancano luoghi di pensiero capaci di costruire il futuro
Nel secondo trimestre 2021 i dati del manifatturiero continuano a migliorare superando i livelli pre-pandemia. Ma gli artigiani rimangono indietro, segnando un -5,6% sul 2019, nonostante una crescita del 22,6% sul 2020. Bonometti (Confindustria Lombardia): “Preoccupano possibili nuove restrizioni e soprattutto l’aumento dei prezzi delle materie prime”
L’89% delle aziende ha problemi di approvvigionamento e le piccole imprese sono quelle che risentono di più dei rincari. Nel complesso cresce la fiducia delle aziende nella ripartenza. Fornasini, Università degli Studi di Brescia: “L’aumento dei prezzi delle materie prime può generare una pesante inflazione, ma speriamo in un assestamento”
Lo studio "Energia e competitività" a cura del Politecnico di Milano, presentati durante il webinar organizzato da Edison con Confindustria Venezia e Assindustria Venetocentro, evidenzia come le industrie regionali abbiano investito e investiranno in decarbonizzazione ed efficienza energetica. Il nodo del terziario non altrettanto virtuoso
La società con sede a Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) è stata lesta ad approfittare dell'occasione e ha acquistato le attività che l'antitrust Ue ha fatto vendere al colosso danese Danfoss: spesi 270 mln con il plauso degli analisti. Ecco dove può arrivare il "patron" Montipò, imprenditore atipico
Sono i risultati che emergono dall'indagine effettuata da Assindustria VenetoCentro e Fondazione Nordest. A trainare è soprattutto la domanda interna, mentre tra i settori brilla il metalmeccanico. Segnali positivi anche dall'occupazione: +1,3%
La situazione si sblocca dopo mesi di silenzio. Sindacati ricevuti al Mise dalla viceministra Todde. Si spera di aver scongiurato l'invio delle lettere, atteso per il 26 aprile. Venerdì un nuovo tavolo. Ora la mossa spetta al curatore fallimentare, tra mille incognite e intoppi in agguato
Per il presidente uscente di Confindustria Brescia l’unione con le territoriali di Bergamo Lecco e Sondrio darebbe vita a sinergie importanti che guardano all’Europa. “Manteniamo la pace sociale senza spingere sui licenziamenti”. E sulla sostenibilità: “Non fermiamoci all’impatto ambientale, guardiamo anche a quello sociale. L’automotive paga la crisi, ma cambiando torneremo competitivi”
II 75% delle aziende del Cluster Comet ha evidenziato un calo del fatturato maggiore del 20% rispetto all'anno scorso e solo il 13% vede un aumento degli ordini nel medio-lungo periodo: è il dato principale emerso da un'indagine commissionata a un mese dalla fine del lockdown nella filiera della me...
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