L'Istat rileva una variazione nulla dell’inflazione su base mensile (-0,2% a settembre) e un aumento su base annua a +0,9% rispetto al mese precedente (+0,7%). Il comparto alimentare segna un incremento dello 2,4% (+1,1% a settembre), il carrello della spesa sale a +2% (da +1%). In Veneto spicca Padova con +1,4%; in Fvg (+0,9%) Trieste registra un +1,2%
Secondo le stime preliminari nel mese corrente l’inflazione torna a salire su base annua, dal 0,7% del mese di settembre. Il "carrello della spesa" su base tendenziale passa dal +1% al +2,2%. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi rimane stabile all'1,8%. Prosegue il calo dei prezzi energetici su base annua (-9,1% da -8,7%)
L’Istat conferma la stima preliminare per il mese di settembre a -0,2% su base mensile e +0,7% su base annua (+1,1% ad agosto), ai minimi da inizio 2024. Tra le città, dati più elevati a Bolzano (+1,8%), Parma (+1,7%), Rimini (+1,5%) e Padova (+1,4%). Milano sotto la media nazionale (+0,5%)
A luglio l'indice nazionale dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi, secondo le stime preliminari dell'Istat aumenta dello 0,5% su base mensile e dell'1,3% su base annua. Una accelerazione registrata anche in altri paesi dell'eurozona e che allontana nuovi possibili tagli dei tassi
Nel giugno ‘24, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è cresciuto dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese scorso. Per l’Istat, la stabilità dell’inflazione si deve al ridursi delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati. Rallenta il tasso di crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”. L’inflazione di fondo resta al +2%
In rallentamento i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%) e dei trasporti: da (+2,7% a +2,4%). In flessione le tariffe energetiche non regolamentate (da -13,9% a -13,5%) In lieve aumento i beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%). L’inflazione di fondo decelera (dal +2,1% al +2,0%)
La lieve decelerazione, rispetto al +1,2% del mese precedente, risente perlopiù della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-13,9% da -10,3% di marzo) e dei servizi relativi ai trasporti (+2,9% da +4,5%). In leggero rallentamento risultano anche i prezzi dei beni alimentari (+2,6% da +2,7%)
Il Centro Studi prospetta un aumento del 0,4% nel Pil per il '24 rispetto alle stime autunnali del '23. Prevede inoltre del +1,1% per il 2025, con un investimento di circa 100 mld nel biennio grazie all'attuazione del Pnnr. Bankitalia, invece, conferma una crescita contenuta nel primo trimestre 2024 e stime sull'inflazione dell'1,3% nel '24 e l'1,7% sia nel '25 che nel '26
La crescita del Pil, contenuta nel corso dell’anno, andrà poi rafforzandosi grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera fino ad arrivare a +1,2% nel 2026. L’inflazione viene stimata in diminuzione al 1,3% sulla media di 5,9% del 2023 per poi risalire nel biennio successivo rimanendo inferiore al 2%. Previsto anche un calo del tasso di disoccupazione dal 7,6% del 2023 al 7,4% nel 2026
Dopo il +0,4% stimato a dicembre 2023, la società ha alzato le prospettive di crescita del Pil nel 2024. Tra i fattori trainanti il tesoretto di investimenti sostenuti da politiche fiscali, bonus edilizi e interventi del Pnrr negli ultimi 4 anni. Ampliando lo sguardo al 2030 Prometeia sottolinea la necessità di 700mila lavoratori per sostenere la crescita del Pil
Dai dati Istat, su base annua, si affievoliscono le tensioni sui prezzi degli alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,4%) e lavorati (da +4,5% a +3,4%). Nel Triveneto i prezzi su base annua di Bolzano (+1,7%, da +1,4%), Trieste (1,4%, rispetto al +1,7% di gennaio), Venezia (stabile a +1,4%) , Padova (+1,1%, da +1,0%) e Verona (+0,8%, da +1,1%). Segue Trento (+0,6, da +0,4%)
"Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6 e lo 0,7 e nel 2024 sarà sotto l’1% per poi passare all’1% nel 2025". A dichiararlo è il Governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta alla riunione del comitato esecutivo di Abi. "L'inflazione è tornata stabilmente sotto il 2% e rimarrà sotto questa soglia nel prossimo triennio. Prevediamo qualche ripresa dei salari"
Le imprese manifestano aspettative ottimiste sull'inflazione al consumo, tendenza guidata da un indebolimento continuo dei prezzi praticati dalle aziende. Nonostante le valutazioni sfavorevoli sulla congiuntura, la ripresa moderata della domanda interna e condizioni di investimento meno negative fanno sì che ci si aspetti un'ulteriore crescita occupazionale nei prossimi mesi
Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7% nel biennio '23-'24, in rallentamento rispetto al +3,7% del 2022. Lo stima l'Istat nel rapporto sulle Prospettive per l'economia italiana. L'aumento sarà sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna. Previste diminuzione dell’inflazione, che spingerà i consumi, e frenata degli investimenti. In vista graduale recupero delle retribuzioni e crescita dell’occupazione
Dopo il -0,1% mese su mese di ottobre, le stime preliminari dell’Istat per novembre vedono una riduzione dello 0,4% rispetto al mese precedente e un aumento dello 0,8% su base annua. Il rallentamento del tasso di inflazione su base tendenziale, ai minimi da marzo 2021, si deve principalmente ai prezzi energetici e, in misura minore, al rallentamento degli alimentari lavorati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti. I prezzi del “carrello della spesa” frenano dal +6,3% di ottobre a +5,8%
Parziale incidenza della pausa estiva, stretta monetaria e debolezza della domanda dall’Italia e dall’Europa le cause della decrescita. I dati segnalano una contrazione del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 9% in confronto al secondo semestre 2023. Tutti i settori registrano una flessione. “Continuare ad investire per cogliere le opportunità delle transizioni green e digitale” dichiarano gli industriali
Ad aprire i lavori della kermesse lombarda dedicata ai territori industriali è stato il responsabile Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice, con un’analisi che vuole fare il punto sullo scenario attuale e futuro dell’economia. L’Italia, al netto delle incertezze geopolitiche, si stima chiuderà il 2023 con una crescita del Pil dello 0.8, dato che dovrebbe salire a 1 nel 2024. “Sarà un anno di ripartenza, soprattutto nel secondo semestre, grazie alla riduzione del fenomeno inflattivo che permetterà la fine del ciclo restrittivo dei tassi d’interesse della Bce garantendo il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, e la messa a terra degli investimenti finanziati dal Pnrr”
L'indagine condotta dall'Area Studi Mediobanca su un campione di 2.150 società industriali e terziarie italiane evidenzia che i ricavi totali, che rappresentano il 48% del fatturato industriale, hanno superato i 1.000 mld. L'industria in senso stretto è stata la principale beneficiaria (+36,2%), trainata dalle attività petrolifere ed energetiche. Senza quest'ultime si ferma al 15,3%
È quanto emerge dalle proiezioni di Banca d'Italia. L'incertezza condizionerà il Paese fino al 2024. È previsto un rallentamento degli investimenti, frutto del rialzo dei costi di finanziamento e della rigidità nell'accesso al credito. La crescita della spesa nelle costruzioni, merito del Pnrr, potrebbe ristagnare già dall'anno prossimo. Si stima però un lieve aumento dell'export
Ad affermarlo è la ricerca dell'Istituto Circana, che sarà presentata al Vinitaly di aprile. Il '22 è stato un anno difficile a causa degli aumenti dei costi di produzione e dei prezzi al pubblico, con volumi in flessione sia per i vini rossi (-7%) che per gli spumanti (-4,7%). Non è escluso un recupero nel secondo semestre del '23, se l'inflazione dovesse calare
Atteso invece un calo dell'Ebit margin, che dovrebbe passare dal 2,4% del '21 all'1,4%. Sono alcuni dei dati diffusi oggi dall'Osservatorio dell'Area Studi di Mediobanca sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare. La ricerca di risparmio spinge il canale del discount, proiettato oltre il 22% del mercato, e la vendita di prodotti a marchio del distributore
Sono i risultati del monitoraggio dell'Osservatorio Economia e Territorio del Cna Veneto, presentati oggi in conferenza stampa presso la sede di Marghera. Per il comparto edilizio, grazie anche al superbonus, il valore dei lavori conclusi in Veneto sfiora i 5,3 mld. Presidente Cna Veneto De Col: "Bisogna ripartire, ma serve chiarezza normativa e una visione strategica unitaria"
Dopo il +0,5% registrato a novembre (su base mensile) e il +0,3% di dicembre, inizia una fase di attenuazione dell'aumento dei prezzi. La flessione del tasso di inflazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +70,2% a -10,9%). E solo in parte controbilanciato dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +14,9% a +15,2%). L'inflazione di fondo sale al +6% (da +5,8% del mese precedente)
È la stima preliminare dell'Istat: la produzione si è ridotta dello 0,7% in volume. Scendono anche il valore aggiunto ai prezzi base (-1% in volume) e le unità di lavoro (-1,4%). Sale il prezzo dei prodotti venduti (+19,1%) e quello dei prodotti impiegati (+23,6%). Male per produzione di olio (-17%) e cereali (-10,4%). Bene per la frutta (+6,8%) e florovivaismo (+1,1%)
L'inflazione frena, ma le misure messe in atto dalla Bce per contrastarla pesano sugli investimenti di famiglie e imprese. Il Presidente di Confindustria Veneto: "Non è facile decifrare quel che sta succedendo in questi mesi. Il sistema per il momento ha retto, ma con molte difficoltà. Ora serve una sforbiciata al cuneo fiscale per le buste paga che soffrono maggiormente"
Dopo la rivisitazione dell'Istat delle stime sul Pil nazionale, anche l’istituto di consulenza e ricerca economica fondato a Bologna ha ritoccato in positivo le previsioni per il 2022 e per il 2023. Questo quanto emerge dal rapporto previsionale di dicembre. Che stima per il ’23 una rapida discesa dell’inflazione al 5,8% (da 8,4% del '22). In primavera atteso ribasso dei prezzi del gas
Come spiega una nota della società, il credito sarà usufruibile attraverso la piattaforma aziendale e destinato a diverse categorie di acquisti: dalla spesa alimentare all'abbigliamento, dal carburante e alle spese domestiche. Nicola Piazza amministratore delegato di Würth Italia dichiara: "Abbiamo voluto mandare un segnale concreto di ringraziamento"
All'indomani della notizia dell'aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, continua la crescita dell'inflazione nel nostro Paese. La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%) e dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%). Risale a giugno 1983 una crescita dei prezzi del “carrello della spesa” superiore a quella di ottobre 2022
Sonepar importante azienda nella distribuzione di materiale elettrico, ha deciso di aiutare i propri dipendenti e le loro famiglie con in modo da ridurre gli impatti relativi al caro energia e all’inflazione. Sergio Novello, Presidente e Ad di Sonepar Italia dichiara: “Questa iniziativa è un segno di attenzione e vicinanza dell'azienda a tutti i collaboratori"
Nel mese di agosto l'inflazione a livello nazionale aumenta dello 0,3% su base mensile e dell'8,9% su base annua. Spicca l'Emilia-Romagna a +9,2%, mentre la Lombardia resta sotto la media a +8,4%. Fra le città, spiccano i prezzi di Bolzano (+10,8%), Trento (+10,4%), Verona (+9,9%), Padova (+9,8%), Trieste (+9,2%). Peggiora Venezia (+9,5%). Fra i centri più piccoli l’inflazione sale anche a Udine (+9%)
Secondo i dati resi noti dall'Istat, a determinare l'accelerazione dei prezzi sono soprattutto i Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) a quota +11,5%, seguiti dai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona a +5,7%. E il carrello della spesa aumenta su base annua dell'11,1%, la crescita più alta dopo il +12,2% registrato a luglio 1983
L'Istat evidenzia come in tutte le ripartizioni geografiche si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni sia su base congiunturale sia su base annua. In particolare, si continuano a registrare tassi tendenziali positivi e in accelerazione rispetto al trimestre precedente, passando rispettivamente da +4,8% a +5,5% nel Nord-Ovest e da +5,4% a +6,8% nel Nord-Est
Nel mese di agosto l'inflazione a livello nazionale aumenta dello 0,8% su base mensile e dell'8,4% su base annua. Il Fvg si allinea alla media. Fra le città del Triveneto spiccano i prezzi di Bolzano (+10,5%), Trento (+10,2%), Verona (+9,7%), Padova (+9,1%), Trieste (+8,8%). Sopra la media anche Venezia che registra un +8,6%
L'azienda bolognese e la costola italiana del gruppo francese pongono l'attenzione sul settore caseario, in ginocchio per inflazione e caro energia. Sottolineando l'impossibilità di scaricare tutti i costi sul mercato, o si rischiano "ricadute negative su tutta la filiera". Le aziende: “Serve cambio di rotta o avremo un'inflazione del 200% nel 2022, col rischio di un +100% nel 2023 rispetto al 2022”
Nel mese di agosto, secondo le stime preliminari dell'Istat, i prezzi aumentano dello 0,8% su base mensile (da +0,4% del mese precedente). L'accelerazione si deve ancora una volta ai Beni energetici (da +42,9% di luglio a +44,9%), ai Beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,5%) e ai Beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Il “carrello della spesa” raggiunge quota +9,7%
Ormai ai prezzi delle materie prime schizzati alle stelle ci siamo abituati, ma ora le aziende sembrano poter tirare un sospiro di sollievo. Dopo mesi, infatti, le ultime settimane hanno portato un consistente calo dei prezzi. Per citarne alcuni: acciaio -20%, alluminio -28%, cotone -28% e noli dei container -20%. Le domande che si pongo tutti ora sono: "Quanto potrà durare?" e "Cosa comporterà nel medio-lungo periodo?"
A differenza che per altri settori produttivi, per il comparto alimentare i ribassi sul fronte dei prezzi, rilevati da Coldiretti nei mesi di aprile e maggio, appaiono momentanei. Tra le aziende agricole il pessimismo cresce a causa della siccità, delle rese in calo, del caro energia e gasolio. Per Cogo di Campagna Amica “gli alti costi di produzione si riverseranno sui consumatori”
Le piccole e medie imprese sono in salute ed è grazie alla loro capacità di reagire velocemente ai cambiamenti repentini di questi anni. L’inflazione è destinata a scendere velocemente grazie al calo delle materie prime. Dalle montagne russe degli ultimi tre anni ne usciremo più forti. Ma dovremo risolvere i nostri problemi “storici”: debito pubblico e questione demografica
Nel mese di giugno l'inflazione a livello nazionale aumenta dell'1,2% su base mensile e dell'8% su base annua. Anche il Fvg si allinea alla media a +8,2%. Fra le città del Triveneto spiccano i prezzi di Bolzano (+9,7%), Verona (+9,4%), Trento (+9%), Padova (+8,6%), Trieste (+8,6%). Sopra la media, questa volta, anche Venezia a +8,1%
Abbiamo inseguito politiche Esg irrealizzabili con la conseguenza di tornare al carbone e ad acquistare il gas dall’Egitto. I vincoli posti dai regolatori impediscono che il mercato trovi nuove soluzioni. La corsa agli ETF fa sì che ormai i computer - o più precisamente: chi ha un buon sistema informatico ed una buona rete commerciale - controllino le società. E se la recessione in arrivo non riporterà a livelli minimi l’inflazione tutto potrebbe scoppiare
Costi cresciuti del 20% solo nel primo trimestre, margini bassi, siccità ed eventi climatici estremi. Tante le minacce per il settore agricolo, che si trova anche di fronte alla sfida di produrre di più e in modo più sostenibile. La soluzione può essere l’innovazione tecnologica, che si sta già affacciando nel settore. Ma più tecnologie e competenze sono compatibili con l’attuale modello economico?
Dopo il rallentamento registrato nel mese di aprile, a maggio torna a crescere l’inflazione a livello nazionale: +0,8% su base mensile e +6,8% su base annua. Nel Triveneto spiccano i prezzi di Bolzano (+9,1%), Trento (+9%), Verona (+8,1%), Padova (+7,8%), Trieste (+7,6%). Fra i centri più piccoli l'inflazione sale anche a Udine (+7,6%) e Vicenza (+7,4%). Resta sotto la media, invece, Venezia che registra un +5,8%
È quanto emerge dalla statistica sui Conti economici trimestrali dell’Istat che aggiunge: "La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare dagli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo quello delle amministrazioni pubbliche"
I rincari e l’aumento della domanda fanno impennare i prezzi. E la scarsità di prodotto inizia a riguardare anche i fornitori del sud-est asiatico. Baetta (Riseria Modenese): “Subiamo rincari di settimana in settimana”. Per il futuro tanto dipenderà dal prossimo raccolto, che secondo le previsioni sarà in calo. Per Gianluca Pesce, direttore marketing e commerciale di Riso Scotti, “è presto per fare previsioni, ma siamo ottimisti”
Contributi alle aziende in cambio di aumenti salariali? L’ipotesi lanciata dal ministro Orlando determina due orientamenti all’interno del mondo industriale. Quello del presidente Bonomi partito all’attacco frontale del ministro e quello di molte territoriali del nord e di molte imprese come Luxottica (che ha erogato 3.800 euro di bonus a testa) più disponibili a cercare soluzioni ad un problema che le spinte inflazionistiche faranno esplodere
Sono le stime dell’Istat a comunicarlo, prima frenata dopo nove mesi di accelerazione. Aumenta l’indice Nic dello 0,2% su base mensile grazie al rallentamento dei beni energetici (+42,4% su +50,9% di marzo). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,6% e del 6,6% su base annua (da +6,8% nel mese precedente)
Anche per il capoluogo emiliano quest’anno significherà un calo di domanda sul fronte compravendite. Per quanto riguarda gli affitti, invece, si assiste a una rinnovata competizione tra studenti universitari e turisti, che fa schizzare i prezzi. “Tardivo e non risolutivo” l’intervento comunale sul tema secondo l’ad di Nomisma
È sempre l'energia a trainare la crescita inflazionistica, con un aumento dei prezzi che in questo mese supera il 50%.Il colpo più forte arriva a Trentino-Alto Adige (+7,6%), Veneto (+6,9%) e Friuli-Venezia Giulia (+6,8%). L'Emilia-Romagna si colloca sulla media nazionale (+6,3%) e la Lombardia sotto la media (+6%)
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