Secondo i dati raccolti dalla Bussola di Veneto Lavoro, il saldo mensile risulta tuttavia migliore di quello registrato nel pre-pandemia (quando era pari a -13mila posti). Mentre il peggioramento su ottobre 2022 è dovuto principalmente alle cessazioni dei contratti a termine estivi legati all'agricoltura. Il saldo dei primi undici mesi del '22 (+42.400 posti) si conferma in calo sul '21 (+51.182), ma migliore sul '19 (+38.900)
La discesa degli occupati è dovuta alla fine dei contratti a termine legati alle raccolte nel mondo agricolo. Ma a colpire, scorrendo i dati del Sestante di Veneto Lavoro, è una discesa dei contratti a tempo determinato (-13.300) e del lavoro somministrato (-3.300), bilanciata dall'ottima crescita degli indeterminati, superiori anche al 2019
Il vero crollo, causato dalla fine dei rapporti stagionali agricoli legati alla vendemmia e alla raccolta di frutta, c'è stato solo a settembre (-5mila), ma l'assessora Donazzan si dice comunque "preoccupata". Nonostante un bilancio dei primi nove ampiamente in positivo, in particolare per le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato
Mentre la Regione promette di "intensificare le azioni" a beneficio dei quasi 400mila inoccupati, l'aumento degli assunti in Veneto vale ad oggi il +23% sul 2021. Grazie, in particolare, al +29% del turismo e al +20% dell'industria e a fronte di un saldo fra assunzioni e cessazioni positivo in tutte le province (in testa Venezia, con un +38.800, e Verona, con un +22.600). Rallentano (+18% rispetto al 2019 ma lontano dal +41% di aprile) anche le dimissioni dei tempi indeterminati
I contratti giovanili durante il primo trimestre 2022 hanno fatto un balzo in avanti del 47%. Le province più performanti sono state quelle a maggiore vocazione turistica (Venezia e Verona su tutte). Rovigo e Belluno, invece, pagano, rispettivamente, le difficoltà dell'agricoltura e la fine della stagione sciistica. I venti di recessione ritarderanno al 2023 il ritorno ai valori del 2019
Si è verificata una diminuzione sia delle cessazioni (-7,3%) che delle assunzioni (-3,6%) Il risultato, spiega Veneto Lavoro, è giustificato dall'estensione della cassa integrazione e dal divieto di licenziamento del periodo pandemico. Si è però avuta una crescita occupazionale nei servizi, in particolare turismo e logistica, ma anche nell'industria, e nelle agenzie di somministrazione
Il 2021, in Veneto, si è chiuso con quasi 40 mila contratti da lavoro dipendente in più del 2020 e cessazioni in calo, anche se in generale il trend della domanda di lavoro risulta negativo. Fra le sfide del futuro prossimo: rincari di energia e materie prime e inflazione in salita, con le parti sociali che chiedono tutele e prolungamento della Cig
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