Secondo Fedriga c'è un 80% di possibilità di raggiungere un accordo. Ha criticato l'idea di porre vincoli che limitino la volontà dei cittadini, sottolineando che imporli al terzo mandato "a prescindere sembra sbagliato”. Il presidente ha anche affrontato domande sul futuro della Lega e la possibilità di diventare segretario del partito: "Non ci penso minimamente, non sarei all'altezza"
Dopo le affermazioni di ieri ("È giusto che presidenza del Veneto vada a FdI") del leader di Fdi in Veneto Luca De Carlo, è arrivata oggi la pronta replica della Lega. "Chi immagina di fare trattative romane sulla testa dei veneti non capisce e non sa che significhi federalismo e autonomia", tuona Marcato. "Per il Veneto decidono i veneti, non decide Roma", aggiunge il segretario Stefani
"Fleximen sta arrivando" è la firma del misterioso giustiziere di autovelox, colpevole di una ventina di attacchi nel Nord Italia. I suoi gesti hanno intensificato il dibattito sulla sicurezza stradale, dividendo l'opinione pubblica tra chi lo ritiene un eroe e chi un vandalo. Le istituzioni lo condannano, ma i suoi gesti hanno aperto a divergenze sull’utilizzo e la gestione di dispositivi di controllo del traffico e "zone 30". I sindaci della Lega, in particolare, criticano alcune installazioni e propongono riallocazione dei fondi
Manca però l'intesa sugli assessori: FdI, Civica e Carroccio non si sono infatti ancora incontrati per decidere sui due posti per gli italiani nell’esecutivo. Christian Bianchi, l'unico eletto della lista Lega/Uniti per l'Alto Adige: “Con questo atto si conclude il lavoro programmatico svolto dalla coalizione, mentre resta aperta ancora la questione della composizione della giunta”
Il governatore del Veneto glissa sull'ipotesi di Repubblica secondo cui per Fratelli d'Italia il prossimo candidato alla presidenza della Regione sarà Luca De Carlo. "Non ho intenzione di passare due anni a commentare questi fatti. Ognuno si concentri sulle proprie attività". Secondo il quotidiano, Luca de Carlo sarebbe il nome caldeggiato dalla stessa premier Meloni per il dopo-Zaia nel 2025
Tutto come previsto. La debacle della Lega provoca un terremoto nelle due regioni chiave del Nord. E ad avere in mano il pallino per le prossime regionali è ora Meloni. In Veneto si scalda a bordo campo Elena Donazzan, la recordwoman di preferenze che ammette “Fare il presidente della Regione è sempre stato il mio sogno”. Mentre in Lombardia diventa più realistica l’ipotesi Moratti, che con una sua lista avrebbe l’appoggio di FdI ma forse anche di Calenda
Alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd Veneto che discuterà dei risultati elettorali che hanno portato alla vittoria di Tommasi, il partito di Enrico Letta dovrà guardare all’evoluzione dello scontro all’interno del centrodestra e alla probabile guerra “nucleare” che si scatenerà tra Tosi e Zaia. E, se saprà giocare con una politica dei due forni, potrà forse entrare per la prima volta a Palazzo Balbi
La telefonata di Zaia per convincere Sboarina a non apparentarsi con Tosi ha un duplice scopo: rivendicare la vittoria in caso di esito positivo o attribuire a Salvini la sconfitta nel caso prevalesse Tomasi. Ma non basterà un gioco di prestigio mediatico per oscurare l’inizio della fase discendente del governatore del Veneto
In questi anni l’economia e la società sono cambiate. Le imprese non hanno più bisogno di sentirsi dire che “piccolo è bello” ma che “si nasce piccoli per crescere”. E se il referendum per l’autonomia non ha portato a nulla, forse le esigenze del Nord devono tornare ad esprimersi attraverso un federalismo fattuale costruito su collaborazioni tra Lombardia, Veneto ed Emilia. I nuovi leghisti, se vogliono tornare a vincere, devono sforzarsi di andare oltre i populismi di Salvini e Zaia
Il giorno dedicato al Santo premia Sergio Giordani. Un risultato che quasi doppia l’avversario del centrodestra. Con il primo che trionfa con il 58,44% di preferenze, e il secondo fermo al 33,52%, nonostante il sostegno del centrodestra unito. E mette così in difficoltà la Lega di Bitonci che lo aveva voluto come candidato
Sarà per il suo decisionismo pragmatico o per il grande consenso che riceve dalla base, il governatore del Fvg fonderà, in occasione delle elezioni regionali del 2023, la sua lista personale. Si chiamerà “lista Fedriga” e punterà ad aggregare voti forzisti e moderati, di amministratori locali e perfino di mondi non lontani dal Pd. La decisione secondo fonti vicini a Via Bellerio sta già mandando in tilt la Lega e Salvini
Durissimo l'attacco da parte del presidente di Confindustria Veneto a Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega in Lombardia. Che durante una visita in Polonia - dov'è volato anche il suo leader Salvini - ha commentato: “Questi sono profughi veri che scappano da un conflitto vero, non come quelli che arrivano dal Bangladesh”. Di tutta risposta, Carraro in un tweet: “Che schifo di politica, mette sempre la povera gente l’una contro l’altra”
I transfughi di FI hanno compreso le differenze tra il Berlusconi della laguna e quello originale: uno alla volta stanno ritornando in azzurro. Il governatore ligure è il vero leader di Coraggio Italia e le sta provando tutte per tappare i buchi. Al contrario il sindaco di Venezia ha peccato di presunzione ed è letteralmente scomparso dalle cronache politiche
Del governatore leghista abbiamo conosciuto le qualità di amministratore, ma è ora di iniziare a considerarlo anche autore di successo. Il suo “Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia” pubblicato con Marsilio è primo nella classifica di Robinson per la Saggistica. Conferma del fatto che il consenso del politico veneto pare non essere limitato alla regione che guida
In gioco lo scranno lasciato libero dal bellunese Saviane, esponente del Carroccio scomparso prematuramente. Bocciato l'ordine del giorno proposto dal partito della Meloni che chiedeva l'elezione del rodigino Amidei, primo "territoriale" tra i non eletti di coalizione nel 2018. Ma la Giunta delle elezioni e "promuove" la reggina Minasi, come richiesto da Salvini. La Russa (Fdi): "Così lo sconfitto è il Veneto"
Eletto nel collegio Veneto 1, il leghista Paolo Saviane è venuto a mancare in agosto per un malore e non è stato ancora sostituito. Il Carroccio, però, in quella regione ha esaurito i candidati: ecco perché il partito di Giorgia Meloni puntava ad eleggere Bartolomeo Amidei. Ma Forza Italia propone di assegnare quel posto alla prima dei non eletti tra i leghisti in Calabria
Se siamo di fronte a uno scontro vero, che se fosse tale avrebbe il sapore di scissione, è ancora da vedere. L'alternativa è che stia andando in scena il solito gioco delle parti tra l’europeista draghiano Giorgetti e il turbo-sovranista non draghiano Salvini. L’ipotesi prevalente, negli ambienti leghisti, è che lo scontro finirà in un pari e patta
Mezzogiorno di fuoco in casa Lega a seguito delle anticipazioni sulle parole del ministro leghista contenute nel libro di Vespa. Giorgetti, molto critico sulla scelta di collocazione internazionale del leader, sembra prospettare una nuova Lega: moderata, riformista, europea. Un golpe da parte dei giorgettiani? Non impossibile, ma per ora il timone del partito è ancora in mano al Capitano
Dopo lo sfratto di Trento, la casa editrice trova casa in Piemonte: accordo quinquennale. Sarà un duello a distanza: appuntamento in perfetta coincidenza con le date fissate dal quotidiano di Confindustria. Difficoltà non da poco per chi si occuperà della copertura mediatica dei due eventi, come per giornalisti e relatori che dovranno scegliere come comportarsi
I risultati dei ballottaggi, che vedono il centrosinistra vincitore quasi su tutta la linea, confermano quanto chiaro già due settimane fa: l’elettorato del centrodestra è stanco e disilluso, incapace di comprendere la direzione di Salvini e Meloni. I festeggiamenti del centrosinistra siano allora contenuti: il trionfo dipende solo dalla grande astensione degli elettori della sponda rivale. L’antidoto all’instabilità lo fornisce l’esempio di Conegliano, che mette assieme i moderati, da sempre la maggioranza del Paese
La vittoria del centrosinistra nelle grandi città, in particolare quelle del Settentrione d’Italia, è stata netta. Ma se si esce dalle dimensioni urbane e ci si inoltra nella campagna veneta, si scopre che il centrodestra lì fa il pieno di voti e conquista praticamente tutti i municipi disponibili. Anche se in Lombardia qualcosa è cambiato
Salgono sul Carroccio il presidente del Consiglio regionale Fermi, il consigliere Piazza e l’ex presidente della Provincia di Lecco Nava. Prosegue inarrestabile l’emorragia del partito di Berlusconi, che i transfughi azzurri giudicano ormai "pieno di ambiguità". Gli effetti sul voto alle imminenti comunali di Milano e la consapevolezza che alle prossime regionali Fi sarà una formazione marginale
In nessun Paese europeo impone il vaccino per legge, se non per circoscritte categorie di lavoratori. E perfino il lasciapassare verde – che si ha anche solo coi tamponi - è limitato a specifiche situazioni. La Lega, dopo il vertice con i governatori, appare più in sintonia con il Continente della sinistra giacobina. La distorsione delle parole di Draghi (unico punto di equilibrio) e il rischio di radicalizzare lo scontro a favore di Fdi e no vax
Obbligo vaccinale, leadership padana, immigrati: in conferenza stampa il premier tocca tre punti dolenti che fanno sobbalzare il Carroccio, già da tempo roso da malumori, contraddizioni, imbarazzi. Sbotta il "partito dei governatori", Zaia in testa. Il governo non corre (ancora) rischi, ma il segretario fa sempre più fatica a mantenersi in l’equilibrio tra le anime interne. Sale il peso del test delle Comunali d’inizio ottobre. E Giorgetti incombe
L'annuncio è stato dato lunedì con una conferenza stampa, a Palazzo Barbieri, che ha visto la partecipazione del vicesegretario leghista, Lorenzo Fontana, del senatore Paolo Tosato e del commissario provinciale Nicolò Zavarise. "Serve un nuovo Sistema Verona per definire un programma di governo della città che faccia proprie le istanze di tutti i veronesi", spiega l'ex senatore della Lega
L’orizzonte a cui guarda Salvini non è quello di conquistare Milano, Bologna o Padova, bensì essere determinante a Palazzo Chigi. Per questo deve isolare Fdi e tenere aperto il dialogo con Renzi. Così, per paradosso, meno municipi il centrodestra unito conquisterà, più facile sarà per lui rafforzare il ruolo di governo del nuovo Carroccio draghiano
Nel '22 la Lega potrebbe puntare sul presidente degli Industriali di VenetoCentro, Destro. Ma la scelta di stare con il leader sovranista ungherese le impedisce di accreditarsi sull’elettorato ora orfano di rappresentanza. E la mette nelle condizioni di perdere opportunità di vittoria nelle grandi città del Nord, dove fatica a trovare soluzioni “civiche” capaci di competere al centro
Manca ancora qualche mese prima di andare alle urne, ma nelle città di provincia il clima elettorale si sta facendo rovente. Nella città veneta, dopo il governo del “cambiamento”, capitanato da un cinquestelle, si ritornerà a uno schema bipolare classico. Il “no” di Maroni sta mettendo in difficoltà i leghisti di Varese. A Ravenna la coalizione giallorossa c’è, bagarre nel centrodestra. Invece, a Rimini, le correnti del Pd si scontrano a carte bollate
Il primo cittadino della città scaligera, ex An e civico indipendente di centrodestra, approda ufficialmente in FdI. Continua la campagna acquisti di Giorgia Meloni che consente al partito di allargare la sua classe dirigente. In riva all’Adige, ora, si attende la sfida delle comunali del 2022 con Flavio Tosi
La discussa (e ancora lontana) ipotesi di fusione tra Forza Italia e Lega non porterebbe risultati elettorali pari alla somma dei due elettorati. Ma il leader del Carroccio riuscirebbe a conquistare il centro dello schieramento e a diventare il leader dei "moderati". E poi: vuoi mettere il can-can di sondaggi?
L'iniziativa sembra più solida di analoghe ed estemporanee avventure che l'hanno preceduta e può piacere al bacino moderato: se non altro, ha scelto il momento giusto e non è sbagliata l'idea di arrivare dove gli estremismi di Lega e Fratelli d'Italia non ce la fanno proprio
Il fiorentino dimostra ancora una volta lucidità e spregiudicatezza, doti che gli permettono spesso di essere determinante. Ora pensa e muove le sue pedine in vista delle amministrative d'autunno. Ma sullo sfondo c'è un governo Draghi che conclude la legislatura e una nuova legge elettorale a base proporzionale
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