Il primo trimestre del 2023 ha visto un calo di M&A in Italia pari al 57%, quasi 10 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo nel '22. Solo 258 operazioni in Italia nei primi tre mesi, meno 21%. Silvio Lenoci, head of corporate finance partner di Kpmg: "Per fine anno, in assenza di scenario recessivo, è ipotizzabile un mercato domestico più performante rispetto a quello globale"
Il più grande gruppo vinicolo italiano ha comunicato i risultati conseguiti nei primi sei mesi dell'anno in corso, che risultano influenzati dalle operazioni di M&a condotte. Le partite monetarie sono raddoppiate e gli oneri finanziari risultano in aumento. Per far fronte all'aumento dei costi produttivi, sono state messe in atto strategie di riposizionamento dei prezzi di vendita
Il ceo della multinazionale tascabile padovana racconta il “caso Carel”. “Avevamo intuito molto tempo fa che per metterci al riparo dai rischi, che poi ultimamente si sono manifestati, bisognava multilocalizzare la produzione”. La crisi dei microchip? “Abbiamo riprogettato i nostri prodotti per renderli compatibili con microprocessori diversi e non rimanere legati ad un unico fornitore”. E aggiunge: “Grazie alla solidità finanziaria cresceremo ancora anche con l’M&A”
Nella giornata di oggi i titoli della banca con sede a Verona sono saliti del 2,17%, partecipando al rimbalzo dei listini del settore bancario. Le indiscrezioni sulle operazioni di M&a parlano dell’idea di lanciare un’opa da parte di Unicredit, ma anche di una possibile aggregazione con Credit Agricole Italia, operazione già esaminata 2 anni fa, entrambi gli istituti non rilasciano dichiarazioni
L’accordo prevede l’acquisto da parte del gruppo francese dell’alta moda del 49% della società nata nel 2017, e il rilevamento da parte del gruppo di Longarone della partecipazione al 10% del proprio capitale attualmente di proprietà di Lvmh. L’operazione ha per il gruppo veneto un valore netto di 128 mln di euro e sarà completata entro la fine dell’anno
Il Leone avrebbe deciso di non proseguire la trattativa per l’acquisizione da Nationale-Nederlanden per il suo ramo di asset management, per il quale avevano manifestato interesse anche Dws, Intesa SanPaolo, Ubs e Allianz. Secondo gli analisti, il valore inizialmente stimato di 1,5 mld sarebbe destinato a salire. A Trieste restano dunque in cassa 800 mln per l’M&A
La compagnia triestina avrebbe messo nel mirino il ramo di asset management di Nationale-Nederlanden con un’offerta da circa 1,5 mld. Secondo Bloomberg, sarebbero interessati anche altri operatori, fra cui Intesa SanPaolo. Reuters ritiene che l’offerta di Generali non sia sufficiente per aggiudicarselo. Equita ritiene l’operazione “consistente con la strategia M&A”
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