Oggi il Tavolo d’incontro tra l’azienda di Novara, che sta trattando in esclusiva per rilevare la struttura, con Regione e sindacati. L’ad Ferruccio (Tecnomeccanica): “Siamo in una fase di execution. Puntiamo a iniziare la produzione da giugno”. E sui lavoratori dello stabilimento: “Sui 222 ne riassorbiremo 152”. I sindacati: “Puntiamo a zero esuberi, ma prima avviene l’operazione meglio è”
La distribuzione avverrà a febbraio, con opzioni di detassazione o pagamento come flexible benefit. Il premio varierà in base all'unità produttiva e al livello di inquadramento. Ogni stabilimento (tra cui quello di Tolmezzo in Fvg) riceverà un'allocazione. In Italia, la media del premio sarà del 6,5% della retribuzione annua, secondo i sindacati "superiore a quella degli anni precedenti"
L'incontro istituzionale al Mimit di oggi si è concluso con l’accettazione di sospendere indefinitamente la procedura di chiusura della fabbrica bolognese. La società: “Abbiamo dato mandato a un advisor per individuare possibili acquirenti per favorire l’operazione di reindustrializzazione del sito”. Urso: “Si delinea un futuro per lo stabilimento. Abbiamo chiesto all'azienda un piano industriale completo”. I sindacati sottolineano la necessità di una politica in linea con la transizione verso l'elettrificazione: “Valuteremo un piano di un terzo solo se molto forte e credibile”. Previsto un nuovo tavolo l’8 novembre
La società attiva nella produzione di componentistica auto ha ribadito la volontà di chiudere lo stabilimento nel corso del tavolo indetto oggi con la Regione, la Città Metropolitana di Bologna, il Comune di Crevalcore e i sindacati. Bonaccini, che ora guarda al confronto a livello nazionale previsto per il prossimo 3 ottobre a Roma: “Abbiamo chiesto all’azienda di presentarsi con il ritiro della cessata attività e una proposta di reindustrializzazione con una soluzione occupazionale per tutti i dipendenti”. Ficco (Uilm): “Crevalcore non sarà l’ultima vittima della mobilità elettrica. Continueremo con azioni che coinvolgono tutti i lavoratori Marelli in Italia”
In tale data è previsto il tavolo istituzionale con il Mimit e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. A comunicarlo l’azienda della componentistica auto in una nota, ribadendo “quanto già espresso in relazione alla situazione” ma lanciando “un segnale di disponibilità al dialogo costruttivo con tutte le parti”. Nella mattinata a fare visita al presidio dei lavoratori il sindaco Lepore: “La città è con voi, non è possibile che si chiuda uno stabilimento per trasferirlo in un’altra città italiana”. Esprimendo preoccupazione per possibili chiusure a catena che potrebbero travolgere anche lo stabilimento Marelli di Bologna "da quasi 600 dipendenti"
La società, attiva nella produzione di componentistica auto, ha annunciato la chiusura a partire dal 2024. Una decisione “motivata da una contrazione del fatturato del 30% dal 2017, con previsioni di ulteriori cali dei volumi di produzione e aggravata dall’aumento dei costi energetici”. Parte della produzione verrà trasferita a Bari, mentre il reparto alluminio sarà esternalizzato. I sindacati hanno indetto uno sciopero per venerdì 22, “ma vanno riconvertite le fabbriche legate al motore termico, o la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima”
Perquisizioni e acquisizioni documentali sono in corso da parte della Gdf di Milano e Torino negli uffici della Marelli Europe Spa (la ex Magneti Marelli). L'operazione avviene nell'ambito dell'indagine tedesca sulla vendita di auto dotate di motori diesel truccati, fabbricati in Italia e assemblati in uno stabilimento ungherese
Degli esuberi dichiarati, 100 riguardano i dirigenti e saranno trattatati al di fuori dell’intesa. Per i 450 lavoratori restanti, stabilite diverse opzioni: fra queste, dimissioni incentivate e contratto di espansione. Soddisfazione dalle sigle sindacali: "Si tratta di un accordo positivo, perchè tutela la presenza delle attività del gruppo in Italia, sia dal punto vista industriale che occupazionale”
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