Tutto come previsto. La debacle della Lega provoca un terremoto nelle due regioni chiave del Nord. E ad avere in mano il pallino per le prossime regionali è ora Meloni. In Veneto si scalda a bordo campo Elena Donazzan, la recordwoman di preferenze che ammette “Fare il presidente della Regione è sempre stato il mio sogno”. Mentre in Lombardia diventa più realistica l’ipotesi Moratti, che con una sua lista avrebbe l’appoggio di FdI ma forse anche di Calenda
Si deve ancora votare per le politiche e già si pensa alle regionali. E il partito di Giorgia Meloni sembra avere già una strategia chiara. Per il dopo-Zaia la candidata sembra poter essere l'attuale assessore al lavoro Elena Donazzan. Intanto in Lombardia La Russa non esclude una candidatura di Moratti, che ringrazia per la stima. Sull'ex sindaca di Milano potrebbe addirittura crearsi un'ampia convergenza che va da Fdi a Calenda. Mentre il Fvg potrebbe essere l’unica regione da lasciare nelle mani della Lega
Ecco perché il governatore dell’Emilia Romagna è il miglior candidato per il dopo Letta. E se la Lega andrà sotto il 10% Zaia potrebbe (con Fedriga e Giorgetti) trovare la forza e il coraggio di spodestare Salvini. Letizia Moratti destinata a conquistare la Lombardia. E se lo facesse con il Terzo Polo ne diventerebbe la leader. E così l’asse politico nazionale si sposterebbe nelle tre regioni più produttive del Paese
Un Fontana debolissimo, uno Zaia sulla via d’uscita da Palazzo Balbi e sonoramente sconfitto da Tosi a Verona e una Meloni interessata più al Lazio che alle regioni del Nord potrebbero portare il centrodestra a cercare una soluzione vincente nel suo passato. Se invece restasse fermo e fosse contrapposto ad un candidato avversario del calibro di Tabacci, potrebbe perdere perfino la Lombardia
I due candidati sostenuti dal sindaco di Venezia perdono rovinosamente sia a Padova che a Verona. Bonaccini aspetta di avere le vittorie sicure in tasca a Parma e Piacenza per lanciare forse la sua candidatura a leader nazionale. La crisi della Lega in Lombardia e l’impossibilità del Pd di competere vede il leader di Azione oscillare tra la Moratti e Carlo Cottarelli. Sono questi alcuni degli effetti collaterali del voto amministrativo di ieri
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