Nel 2023 il Veneto registra un tasso di occupazione record nella fascia 20-64 anni. Secondo le stime di Zaia, gli oltre 1,5 milioni di lavoratori veneti generano un valore aggiunto complessivo di oltre 103,5 mld di euro. I disoccupati nella regione sono circa 98 mila, confermando il Veneto tra le aree con la più bassa disoccupazione in Italia.
Secondo i dati raccolti dalla Bussola di Veneto Lavoro, il saldo mensile risulta tuttavia migliore di quello registrato nel pre-pandemia (quando era pari a -13mila posti). Mentre il peggioramento su ottobre 2022 è dovuto principalmente alle cessazioni dei contratti a termine estivi legati all'agricoltura. Il saldo dei primi undici mesi del '22 (+42.400 posti) si conferma in calo sul '21 (+51.182), ma migliore sul '19 (+38.900)
La discesa degli occupati è dovuta alla fine dei contratti a termine legati alle raccolte nel mondo agricolo. Ma a colpire, scorrendo i dati del Sestante di Veneto Lavoro, è una discesa dei contratti a tempo determinato (-13.300) e del lavoro somministrato (-3.300), bilanciata dall'ottima crescita degli indeterminati, superiori anche al 2019
Il vero crollo, causato dalla fine dei rapporti stagionali agricoli legati alla vendemmia e alla raccolta di frutta, c'è stato solo a settembre (-5mila), ma l'assessora Donazzan si dice comunque "preoccupata". Nonostante un bilancio dei primi nove ampiamente in positivo, in particolare per le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato
Mentre la Regione promette di "intensificare le azioni" a beneficio dei quasi 400mila inoccupati, l'aumento degli assunti in Veneto vale ad oggi il +23% sul 2021. Grazie, in particolare, al +29% del turismo e al +20% dell'industria e a fronte di un saldo fra assunzioni e cessazioni positivo in tutte le province (in testa Venezia, con un +38.800, e Verona, con un +22.600). Rallentano (+18% rispetto al 2019 ma lontano dal +41% di aprile) anche le dimissioni dei tempi indeterminati
Le buone performance del mondo occupazionale veneto (+52% sul 2021 gli indeterminati, +43% i determinati e +41% gli apprendistati). E una crescita delle imprese regionali iscritte ai registri superiore alla media nazionale (+0,5% vs +0,3%) non bastano a far dormire sonni tranquilli. Perché nel 2021 il Pil cresceva al 7,2% e, nel 2022, le previsioni parlano solo di un +2,4%
I contratti giovanili durante il primo trimestre 2022 hanno fatto un balzo in avanti del 47%. Le province più performanti sono state quelle a maggiore vocazione turistica (Venezia e Verona su tutte). Rovigo e Belluno, invece, pagano, rispettivamente, le difficoltà dell'agricoltura e la fine della stagione sciistica. I venti di recessione ritarderanno al 2023 il ritorno ai valori del 2019
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