Dopo le affermazioni di ieri ("È giusto che presidenza del Veneto vada a FdI") del leader di Fdi in Veneto Luca De Carlo, è arrivata oggi la pronta replica della Lega. "Chi immagina di fare trattative romane sulla testa dei veneti non capisce e non sa che significhi federalismo e autonomia", tuona Marcato. "Per il Veneto decidono i veneti, non decide Roma", aggiunge il segretario Stefani
Sì ad uno Zaia ter per Mario Conte, presidente dell'Associazione regionale dei comuni del Veneto, e Stefano Marcon, il presidente dell'Unione delle province del Veneto. "Il superamento dei due mandati è segno di democrazia", dichiarano in coro. Ma oggi si è espresso anche il Ministro Tajani: "Non possiamo dare a chi ha già un grande potere, ancora più tempo per rimanere"
Il governatore del Veneto glissa sull'ipotesi di Repubblica secondo cui per Fratelli d'Italia il prossimo candidato alla presidenza della Regione sarà Luca De Carlo. "Non ho intenzione di passare due anni a commentare questi fatti. Ognuno si concentri sulle proprie attività". Secondo il quotidiano, Luca de Carlo sarebbe il nome caldeggiato dalla stessa premier Meloni per il dopo-Zaia nel 2025
Tutto come previsto. La debacle della Lega provoca un terremoto nelle due regioni chiave del Nord. E ad avere in mano il pallino per le prossime regionali è ora Meloni. In Veneto si scalda a bordo campo Elena Donazzan, la recordwoman di preferenze che ammette “Fare il presidente della Regione è sempre stato il mio sogno”. Mentre in Lombardia diventa più realistica l’ipotesi Moratti, che con una sua lista avrebbe l’appoggio di FdI ma forse anche di Calenda
Ecco come le dinamiche in corso in Lombardia, Veneto ed Emilia disegnano scenari politici non scontati. In Emilia Bonaccini trascinerà il Pd draghiano di Letta a un risultato oltre il 25%. I “governisti” della Lega punteranno alla sconfitta di Salvini portando i loro voti verso i centristi. Calenda con Gelmini e Brunetta verso il 10%. FDI ad un bivio: opteranno per un populismo puntando sulla vittoria di Trump o sceglieranno un profilo moderato per un centrodestra di governo e Moratti presidente?
Alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd Veneto che discuterà dei risultati elettorali che hanno portato alla vittoria di Tommasi, il partito di Enrico Letta dovrà guardare all’evoluzione dello scontro all’interno del centrodestra e alla probabile guerra “nucleare” che si scatenerà tra Tosi e Zaia. E, se saprà giocare con una politica dei due forni, potrà forse entrare per la prima volta a Palazzo Balbi
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