Si è risolta nel migliore dei modi, con il riassorbimento di buona parte dei lavoratori lasciati a casa dall'ormai ex proprietà del Gruppo Evoca, la vertenza che ha tenuto col fiato sospeso i dipendenti del produttore di macchine da caffè di Gaggio Montano. Esultano i sindacati, mentre la politica promette di accompagnare il piano industriale degli acquirenti e di aiutare nella ricollocazione chi resterà fuori
Sempre più vicina la chiusura ufficiale delle trattative sulla Newco che assorbirà le attività e i lavoratori dell'azienda di Gaggio Montano. Le due partecipanti si impegnano ad assumere 137 dipendenti entro l'anno e accettano un Piano Sociale con tutele per i rapporti part-time e significative incentivazioni all'esodo. Il referendum è stato partecipato da 193 su 196 aventi diritto, che hanno tutti votato sì
Sottoscritta al 96esimo giorno di presidio un’ipotesi di accordo che verrà presentata il 19 febbraio ai lavoratori. L’intesa verrà siglata il prossimo 24 febbraio. La costituenda Newco procederà con le assunzioni ed un Piano Sociale, che prevede il ricorso alla Cigs per cessazione della durata di 12 mesi e un'integrazione giornaliera agli importi di cassa pari a 20 euro lordi
C'è ottimismo sul salvataggio dell'azienda di Gaggio Montano, soprattutto dal lato di una Regione che vuole "chiudere entro febbraio". Motivati anche i dirigenti di Tecnostamp Triulzi e Minifaber, che assicurano "innovazione e sostenibilità" ma sui tempi tirano il freno. Per i sindacati, invece, il riassorbimento degli esuberi dovrà essere immediato. E cruciale sarà il ruolo di Invitalia
Dopo la notizia, appresa dalla stampa, dell'interesse da parte della brianzola Tecnostamp Triulzi, i sindacati hanno richiesto un vertice con l'imprenditore, ricevendo il sì dall'assessore Colla. Per l'azienda di Gaggio è previsto un progetto "serio e innovativo" su cui gravano molte incognite: fra queste, l'accordo da raggiungere con Evoca, i tempi della reindustrializzazione e il destino dei lavoratori
Continua a crescere, dall'Appennino bolognese a Roma, la solidarietà delle istituzioni nei confronti degli oltre 200 dipendenti del gruppo lombardo Evoca a rischio licenziamento. Piovono le condanne contro la volontà di trasferire la produzione in Romania. Attesa per l'esito del confronto con l'azienda. E intanto in Val Brembo anche i colleghi bergamaschi incrociano le braccia: "Siamo con voi"
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