Si cerca un accordo per la reindustrializzazione dello stabilimento di Bagnoli. Colautti: “Abbiamo chiesto al Ministero di impegnarsi. Bisogna individuare le risorse istituzionali per coinvolgere potenziali investitori”. Gli assessori Rosolen e Bini: “La Regione è pronta alla presa in carica dei lavoratori”. Intanto è convocato per il 30 gennaio il prossimo tavolo
La vertenza aziendale di Wartsila ha visto oggi un progresso durante il tavolo negoziale con i rappresentanti sindacali. L'azienda si è mostrata aperta a prorogare gli ammortizzatori sociali per sei mesi, anziché i precedentemente proposti tre. Questa mossa è stata ben accolta dai sindacati, che vedono nella dilatazione temporale una maggiore tutela per i lavoratori coinvolti
La proposta è stata presentata dai tre sindacati confederali, e le ore previste sono da articolarsi entro il 19 dicembre. E' inclusa anche l’ipotesi di un nuovo incontro con i parlamentari del territorio. L'incontro è stato molto partecipato, con 750 persone presenti sia in sede sia collegate da remoto, e i lavoratori hanno manifestato preoccupazione per la situazione della vertenza
Stando alle prime indiscrezioni sulla trattativa in corso a Roma, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, i sindacati e Wärtsilä Italia stanno ragionando sull’uscita di 321 lavoratori nel sito di Bagnoli della Rosandra. Presentato intanto il piano industriale triennale: investimento da 50 mln per il settore di R&S per nuove motorizzazioni green. Mentre sulla cessione dello stabilimento, i business plan dei 4 potenziali acquirenti dovrebbero essere pronti per il prossimo tavolo ministeriale, previsto a marzo
Queste le stime contenute nei dati di bilancio 2022, dove si prevede anche una svalutazione di 90 mln per la chiusura. Il gruppo finlandese ricorda la decisione di lasciare lo stabilimento presa a luglio. Domani il tavolo a Roma per delineare il futuro dei 500 impiegati e il nome dell’azienda che subentrerà. Fedriga: "Salvaguardare lavoratori e la strategicità produttiva del sito"
L’accordo è stato siglato nella notte da Wärtsilä Italia, sigle sindacali (eccetto Usb), Confindustria Alto Adriatico, Regione Fvg e Mimit. Oltre alle garanzie di non attivare procedure di licenziamento entro quella data, si avvierà un percorso di reindustrializzazione del sito di Bagnoli della Rosandra. Sbloccate inoltre le consegne dei motori prodotti a Trieste. Dalle sigle l’appello al Governo per “un piano industriale credibile che garantisca l'occupazione e la tenuta industriale del territorio”
Secondo quanto emerso dalla riunione attualmente in corso a Roma tra le parti sociali e il ministero delle Imprese e del Made in Italy, le 5 proposte al vaglio vanno dall’intervento di un attore dell’industria pesante ad un operatore nel settore delle energie rinnovabili. Ma dal tavolo non trapelano i nomi, per “timore di ostacolare un’eventuale buona riuscita del progetto”. Intanto Wärtsilä propone nuovi investimenti, pur ribadendo la volontà di cessare l’attività nel sito triestino
Il tavolo Wärtsilä è stato convocato per martedì prossimo e all'incontro parteciperà l'assessore al Lavoro Alessia Rosolen, in rappresentanza dell'Amministrazione regionale. Rosolen ha ribadito la priorità di mantenere costante e attivo il presidio istituzionale sulla situazione dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, con l'obiettivo di garantire i posti di lavoro
È quanto emerge da uno studio presentato oggi dai sindacati Cgil, Fiom e Fisac. La perdita di una cifra del genere andrebbe ad impattare in modo negativo sul territorio, impoverendolo notevolmente. Il segretario generale della Cgil Trieste, Michele Piga dichiara: "È a rischio un pezzo di economia del nostro territorio. A livello strategico non ha senso chiudere il sito triestino"
Dopo l’incontro tra i sindacati e i rappresentanti di Wärtsilä, in cui è stata confermata la volontà di chiudere lo stabilimento triestino, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha inviato al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la richiesta di “avviare una discussione seria e rispettosa per la continuità dello sito". Intanto, Folgiero apre ad un possibile interesse di Fincantieri nell’assorbire l’unità triestina di Wärtsilä
Lo scorso 23 settembre l’ordinanza del Giudice del Lavoro aveva annullato la procedura di chiusura del sito produttivo di Trieste e interrotto il licenziamento di 451 addetti. Ora il neo presidente Michele Cafagna apre al dialogo con sindacati e istituzioni: “Possiamo costruire una comprensione comune solo parlando insieme”. Ma i sindacati: “La vertenza prosegue, nessuna illusione su un ripensamento di Wärtsilä in merito alla chiusura dell'impianto triestino”
Il management del gruppo finlandese che produce motori navali si è riunito oggi allo stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste) per nominare il nuovo ad della divisione italiana. Per sostituire il dimissionario Andrea Bochicchio, la scelta è ricaduta su Michele Cafagna, che avrebbe l’intenzione e il mandato di dialogare con tutte le parti coinvolte nella vicenda della chiusura del sito triestino. Intanto proseguono le proteste di lavoratori e sindacati e la Regione ritira il ricorso ex art.700
La decisione accoglie la sentenza dello scorso venerdì del Giudice del Lavoro di Trieste, ma la multinazionale non esclude di opporsi al decreto. I legali della Regione Fvg hanno, dunque, chiesto e ottenuto il rinvio dell’udienza per il ricorso sulla legittimità costituzionale della norma anti-delocalizzazioni. Intanto i sindacati sbloccano la consegna di 12 motori alla coreana Dsme
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste ha riconosciuto la condotta antisindacale di Wärtsilä che non ha informato anticipatamente i sindacati in merito alla procedura di licenziamento dei 451 lavoratori dello stabilimento di Trieste. Dichiarato inammissibile l'intervento della Regione nel ricorso. Wärtsilä dovrà anche risarcire 50 mila euro a ciascuna sigla sindacale e il confronto dovrà ripartire da zero
Si è svolta oggi, dopo il rinvio dello scorso 14 settembre, l’udienza presso il Tribunale del Lavoro di Trieste in merito all’esposto di sindacati e Friuli Venezia Giulia nei confronti di Wärtsilä per comportamento antisindacale. La sentenza è attesa per venerdì o lunedì prossimo e potrebbe portare al blocco della procedura di licenziamento dei 451 dipendenti dell’impianto di Trieste
All’interno del Decreto Aiuti Ter, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, è stata inserita anche una misura anti-delocalizzazioni che Orlando e Giorgetti auspicavano proprio in relazione alla vertenza Wärtsilä. Luca Trevisan, segretario Fiom-Cgil, dichiara: “Buona notizia per i lavoratori triestini a rischio licenziamento. La decisione del Governo può rallentare i piani di dismissione”
La Regione Friuli Venezia Giulia ha annunciato l’adesione al ricorso dei sindacati contro Wärtsilä, in cui si denuncia la condotta antisindacale dell’azienda che lo scorso 14 luglio ha avviato la procedura di chiusura dello stabilimento triestino. Intanto, i sindacati si oppongono al pacchetto di ammortizzatori sociali, stilato ieri da Wärtsilä: “Il piano conferma i licenziamenti e la dismissione delle attività nel sito di Trieste”
Nel corso del tavolo al Mise, l’azienda finlandese non ha accettato la proposta di un piano condiviso che evitasse i 450 licenziamenti dovuti alla chiusura dello stabilimento triestino. Il 12 settembre Wärtsilä presenterà il piano di reindustrializzazione, per mitigare gli effetti occupazionali. I ministri Giorgetti e Orlando: “Abbiamo trovato un muro, ora reagiremo con determinazione". Mentre si propone l'acquisizione della società con l'intervento di Cdp e Fincantieri
Il ricorso presentato dal Friuli Venezia Giulia contro Wärtsila per la non corretta comunicazione della procedura di chiusura dello stabilimento a Trieste ha sollevato una seconda questione. La Regione ha chiesto al giudice ordinario di verificare la costituzionalità delle norme italiane sulla delocalizzazione, che non costituirebbero uno adeguato strumento di contrasto
Per effetto della legge 234/2021, il Friuli Venezia Giulia è in procinto di impugnare in Tribunale la comunicazione di Wärtsila Italia di chiusura dell’impianto di Bagnoli della Rosandra (Trieste). Il governatore Massimiliano Fedriga ha ribadito il massimo impegno per scongiurare i 451 licenziamenti: "Prima volta che una Regione interviene in sede giurisdizionale nell'ambito della nuova legge"
L’annuncio è stato dato oggi dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Convocati l’azienda, le parti sociali e i rappresentanti del Friuli Venezia Giulia. Proseguono le proteste “all’interno della legalità” da parte di lavoratori e sindacati, che hanno organizzato una nuova manifestazione per il prossimo 3 settembre. Sarà presente anche Fedriga: “Pieno appoggio alla difesa dei posti di lavoro”
Il tavolo di crisi che si è tenuto oggi al Mise si è chiuso con cattive notizie. La multinazionale finlandese non intende ritirare la procedura di chiusura del sito di Bagnoli della Rosandra (Trieste). Dura la replica del ministro allo Sviluppo economico: “Traditi i criteri di comportamento e lealtà nei rapporti tra Paesi e persone”. Dai sindacati condanna all’unisono: “Decisione grave e inaccettabile. Tutte le parti coinvolte erano contrarie"
La contestazione dei lavoratori dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, a rischio chiusura, è in corso oggi pomeriggio in Piazza Unità a Trieste. Presenti i sindacati, il sindaco Dipiazza, l’arcivescovo Crepaldi e l’assessore regionale Rosolen. Intanto il Gruppo Msc condivide le preoccupazioni di Fincantieri per le ripercussioni della chiusura sulla cantieristica italiana
Il caso Wartsila è solo l’ultimo episodio della crisi di una regione che perde industrie e abitanti. Le responsabilità non sono solo della politica: a pesare sono anche le scelte miopi sulle infrastrutture e l’assistenzialismo strisciante frutto dell’Autonomia regionale. E così non basta il rilancio del Porto di Trieste a salvare il Fvg. E per il futuro non si vede alcuna inversione di rotta
Lo ha comunicato oggi il Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha chiesto il ritiro del piano di ridimensionamento e dismissione dell’impianto di Bagnoli della Rosandra, annunciato ieri da Wärtsilä. Lo stesso governatore: “Non possiamo accettare scelte unilaterali e non concordate con le istituzioni”. Iniziato oggi il presidio dei lavoratori all'esterno dello stabilimento
La multinazionale finlandese annuncia a sorpresa la volontà di trasferire lo stabilimento triestino a Vaasa per garantire "sviluppo e crescita futura". Rabbia da parte di dipendenti, sindacati ed esponenti della politica locale. Durissima la reazione di Fedriga: "Scelta inaccettabile dopo un anno di rassicurazioni e contributi regionali". E in caso di mancato provvedimento dall'azienda, "auspico che l'intero comparto produttivo italiano chiuda con essa ogni tipo di rapporto"
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