Uno schema decisamente efficace (e sempre più diffuso) quello che vede affiancare a un ristorante dall’evidente taglio gourmet un locale gemello che consenta al cliente di scegliere un’alternativa informale con un prezzo più contenuto. La definizione “gourmet & bistrot” ben rappresenta il progetto Valbruna, con un’aggiunta determinante: il bancone centrale dove opera Andrea Camparmò, uno dei migliori bar-tender della zona, autore di cocktail che ci si aspetterebbe di trovare in un locale “metropolitano” di una capitale europea, piuttosto che nella periferia di Padova.
Non è da meno il versante della cucina, affidata ormai da un anno a Pietro Di Martino, talento campano con un’importante valigia di esperienze in Italia e all’estero. Nei suoi piatti dominano i sapori del sud, sebbene l’influsso della “grande cuisine” francese non tardi a farsi sentire, come nel caso dei ravioli di menta, “beurre blanc”, sgombro e Provolone del Monaco. C’è tutta Napoli, invece, nel “genovesone” di Gragnano, murena e finocchietto marino. Golosa e al contempo elegante la versione “margherita” della razza, ispirata all’omonima pizza. In linea, ma più classica, la proposta del bistrot che va dal pesce crudo alla carne alla griglia, passando per gli scialatielli “alla Nerano” e il risotto scampi e limone. Servizio professionale e sorridente, guidato dallo stesso Camparmò, e carta dei vini in crescita. Menu degustazione da sei portate a 90 euro; alla carta sui 70. Poco più della metà al bistrot.